Banda di truffatori e falsari scoperta in Piemonte, in Calabria parte della refurtiva
Un’organizzazione di falsari e truffatori in provincia di Ivrea è stata sgominata dalla polizia del capoluogo piemontese che dopo un anno di indagini, supportate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti, pedinamenti e diverse perquisizioni di appartamenti e capannoni, ha denunciato nove persone.
Tra gli indagati vi sarebbero anche soggetti ritenuti legati a famiglie coinvolte in inchieste di ‘ndrangheta ed a tutti sono contestati i reati di truffa in concorso, falsificazione di atti e documenti e tentata produzione di monete false. Da quanto ricostruito dalla polizia l’attività illecita si svolgeva in capannoni di Ivrea, Cuorgnè, Rivarolo e Caluso ma perquisizioni sono state eseguite non solo nella zona di Collegno ma anche nel comune di Condofuri, nel reggino, dove è stato recuperato parte del materiale.
Sempre secondo la tesi degli inquirenti l’organizzazione era specializzata nelle truffe ai danni di aziende che forniscono o noleggiano strutture, impianti acustici e materiali per il catering. La banda prenotava da queste il noleggio di impianti audio (amplificatori, luci, ecc.) per delle feste patronali realmente esistenti, poi ritirava tutto il materiale, che era destinato a Condofuri dove risiede uno dei denunciati, e pagavano con un assegno presentando dei documenti falsi.
Le attrezzatture, furbescamente, venivano ritirate di venerdì, in tarda serata, così che il noleggiatore dovesse aspettare fino al successivo lunedì per versare l’assegno in banca e, dunque, scoprire il tranello. Gli agenti ritengono che con questo sistema la banda abbia truffato in totale 80 mila euro.
TIPOGRAFIA A DISPOSIZIONE DI TRUFFATORI
Oltre all’attività di truffa gli indagati avrebbero anche realizzato una tipografia ed una zecca dove venivano prodotti documenti e soldi falsi “al servizio” di soggetti con problemi con la giustizia o di truffatori. Con 500 euro si poteva così acquistare un cosiddetto “Kit completo” composto da carta di identità, patente e codice fiscale.
All’interno della tipografia anche una pressa ed un forno per fondere metalli e un pantografo con i quali avrebbero realizzato un conio per monete da 50 centesimi e da uno e due euro. La banda avrebbe anche acquistato i metalli che, fusi tra loro, realizzavano le leghe necessarie per produrre monete, ovviamente false.