Riciclaggio di denaro “sporco”, 22 arresti. Blitz contro la “locale di Gallicianò”
I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo da stamani un’ordinanza di custodia cautelare - emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia - nei confronti di 22 soggetti ritenuti appartenenti e contigui alla “locale” di ‘ndrangheta di Gallicianò che opera nel comune di Condofuri e nei territori limitrofi, oltre che nella provincia di Viterbo e considerati responsabili, a vario titolo di, associazione di tipo mafioso; detenzione illegale di armi comuni da sparo, con l’aggravante di utilizzarle allo “scopo di agevolare l’organizzazione mafiosa”; concorso in riciclaggio; concorso in impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.
Nel corso dell’attività investigativa, avviata nel settembre del 2009, i militati avrebbero accertato come nel comune di Condofuri siano operanti tre locali di ‘ndrangheta: quelle di Condofuri Marina, di San Carlo e Gallicianò. Le indagini avrebbero “ulteriormente consentito di confermare e documentare – affermano gli inquirenti - le attività criminali e le sue dinamiche interne, anche attraverso l’assegnazione di cariche e gradi”.
“Le investigazioni – proseguono i carabinieri - avrebbero inquadrato le attività della famiglia a capo della locale di Gallicianò” e “consentito di individuare un rodato sistema di riciclaggio di denaro che, partendo dalla Calabria, era ripulito attraverso le ditte ubicate nel Viterbese per tornare successivamente nel capoluogo reggino”.
Contestualmente all’esecuzione del provvedimento restrittivo, verrà eseguito un decreto di sequestro probatorio di sei aziende che operano nei settori dei trasporti, ortofrutticolo ed immobiliare.
I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza che sarà tenuta presso il Comando Provinciale dei Carabinieri dal Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria, Cafiero de Raho e dal Procuratore Aggiunto della Repubblica, Nicola Gratteri.
h 10:48 | El Dorado è il nome dell’operazione dei Carabinieri di Reggio Calabria che stanno ancora sequestrando le aziende nel centro Italia (Terni e Viterbo) riconducibili alla locale di ‘ndrangheta di Gallicianò, frazione del comune di Condofuri (RC). Il valore del sequestro beni ammonta a circa 20 milioni di euro. Tra i beni sequestrati, 6 aziende operanti nel settore dei trasporti, ortofrutticolo ed immobiliare.
h 12:00 | Sono 22 le persone arrestate nell'ambito dell'operazione denominata "El Dorado", condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria e condotta dalla locale Dda che ha scoperto l'esistenza di tre "locali" di 'ndrangheta nel comune reggino di Condofuri. Si tratta di Antonino Casili, 58 anni; Alberto Corso, 37 anni; Augusto Corso, 51 anni; Domenico Foti, 55 anni; Concetto Manti, 43 anni; Tommaso Mesiano, 55 anni; Antonio Nucera, 72 anni; Antonio Nucera, 58 anni; Bruno Nucera, 55 anni; Carmelo Nucera, 63 anni; Carmelo Nucera, 43 anni; Diego Nucera, 65 anni; Domenico Nucera, 42 anni; Filippo Nucera, 72 anni; Francesco Nucera, 32 anni; Giuseppe Nucera, 67 anni; Raffaele Nucera, 50 anni; Raffaele Nucera, 40 anni; Roberto Raso, 41 anni; Pietro Roda', 47 anni; Domenico Vitale, 54 anni; Girolamo Zindato, 40 anni.
Le imprese sequestrate sono: T.C.I. Trasporti Centro Italia srl; Vitercalabra Autotrasporti srl; Nucera Trasporti srl; Ortofrutticola Cimina srl; Ortfruit Internazionale srl; Cimina Immobiliare srl. "Abbiamo dimostrato un'ingente attivita' di riciclaggio, attività economiche che hanno cadute consistenti sul piano commerciale e imprenditoriale in altre realta' nazionali, e in particolare nel viterbese" ha affermato il comandante provinciale dell'Arma di Reggio Calabria, colonnello Lorenzo Falferi.
"L'attività condotta dalla Compagnia di Melito Porto Salvo e dal Comando provinciale e coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri - ha aggiunto Falferi - ha permesso di individuare nuovi locali di 'ndrangheta, dimostrare le modalità con cui venivano assegnate le cariche e le modalita' con cui avveniva il riciclaggio del denaro sporco. L'attività di sequestro - ha concluso il colonnello - nei confornti di attività commerciali, oltre a imprese di Viterbo, operanti nel campo immobiliare, di trasporto e ortofrutticolo, ha interssato anche un'impresa di Terni".
Ventidue persone arrestate; se aziende, del valore di 20 milioni di euro, sequestrate: è il bilancio dell'operazione "El Dorado", condotta stamane dai carabinieri ed eseguita fra la Calabria ed il centro Italia. Gli arresti sono stati eseguiti dai militari dei Comandi provinciali di Reggio Calabria, Viterbo, Chieti e Roma, che hanno dato esecuzione all'ordinanza emessa dal gip di Reggio Calabria, Silvana Grasso. Gli arrestati sono indagati a vario titolo per associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione illegale di armi comuni da sparo, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, tutte ipotesi delittuose aggravate dall'aver favorito un'associazione per delinquere di stampo mafioso. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria Nicola Gratteri e dal sostituto procuratore Antonio De Bernardo, è nata nel settembre 2009 nel territorio del comune di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria.
L'attività degli investigatori ha posto l'attenzione sulla famiglia Nucera e sulle loro attività economico-commerciali. Elemento essenziale dell'indagine è stata la scoperta del "locale" di 'ndrangheta di "Galliciano'", frazione aspromontana del comune di Condofuri, dove già operano altri due "locali": Condofuri Marina e Condofuri San Carlo. L'indagine ha consentito di appurare l'esistenza di un sistema di riciclaggio di denaro sporco che, partendo dalla Calabria, passava per il Lazio attraverso alcune ditte e infine faceva ritorno in provincia di Reggio Calabria. L'intera operazione prende il nome proprio da questa attività di riciclaggio, che ha consentito di costruire un intero impero e paradiso economico nella provincia di Viterbo. "Avevano creato un ponte nel viterbese dove avevano costituito società per fare riciclaggio" ha detto, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria, Nicola Gratteri.
"Riciclavano i soldi di soggetti già conosciuti - ha aggiunto Gratteri - come ad esempio Rocco Musolino, che è stato di recente interessato da un sequestro beni". Secondo l'impianto accusatorio Rocco Musolino, noto imprenditore del settore boschivo operante a Santo Stefano d'Aspromonte, sarebbe entrato in contatto con Antonio Nucera, 58 anni, per il tramite di Domenico Vitale. Rocco Musolino non figura, tuttavia, tra i 22 soggetti destinatari di misura cautelare.