‘Ndrangheta. Sequestrati immobili e denaro al presunto capo della Locale di Gallicianò

Reggio Calabria Cronaca

Eseguito stamani un sequestro di beni nei confronti di Giuseppe Nucera, 71enne ritenuto il capo della “Locale” di ‘ndrangheta di Gallicianò, frazione del comune di Condofuri, ed attualmente detenuto. I sigilli sono scattati a sei 6 unità immobiliari in contrada Boschicello di Reggio Calabria e ad alcune disponibilità finanziarie il cui ammontare è ancora in corso di quantificazione.

Nucera, detto “zio Pino”, è stato condannato nel 2001, dalla Corte d’Appello reggina, per associazione a delinquere di stampo mafioso, essendo considerato “organico” alla cosca facente capo a Giuseppe Caridi, federata con il clan Libri. Allora era stato ritenuto come la persona preposta alla riscossione di tangenti.

Nel 2014 è stato poi condannato, in primo grado, a 10 anni di carcere per associazione mafiosa, pena che nel 2016 la Corte d’Appello rideterminò in 12 anni e 6 mesi di reclusione. È nel corso di quest’ultimo processo che gli inquirenti lo indicarono come il presunto “capo locale” di Gallicianò.

Il sequestro di oggi scaturisce dalle indagini svolte dagli uomini della Direzione Investigativa Antimafia sull’intero patrimonio del 71enne e che avrebbero permesso di evidenziare una netta sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto agli investimenti effettuati, che risulterebbero di provenienza illecita.

Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale del capoluogo su proposta avanzata congiuntamente dal locale Procuratore della Repubblica, Federico Cafiero De Raho, e dal Direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla; ad eseguirlo è stata la Direzione Investigativa Antimafia della città dello Stretto.