‘Ndrangheta: Dia Reggio Calabria arresta 3 affiliati cosca Libri

Reggio Calabria Cronaca

Associazione mafiosa, estorsione aggravata, rapina aggravata, illecita concorrenza con violenza o minaccia aggravata ex art. 7 L. 203/1991 sono i reati contestati a tre affiliati cosca Libri di Reggio Calabria dal Centro Operativo Dia della città, che ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip a carico dei tre. I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa alle 11 alla Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal capo Centro Dia, colonnello Gianfranco Ardizzone.

h 11:13 | Il provvedimento è stato notificato anche al boss Pasquale Libri, che condannato nel processo “Testamento”, era piantonato in ospedale per le sue precarie condizioni di salute. Gli altri arrestati sono Edoardo Mangiola e Claudio Bianchetti. La cosca avrebbe imposto il servizio mensa per gli operai della ditta Bentini impegnata nella costruzione del nuovo palazzo di giustizia. Il primo, sarebbe titolare di un bar situato nei pressi del centro direzionale, dove ha sede la Procura. Nell'inchiesta, avviata di iniziativa dalla Dia nel 2008, senza collaborazione alcuna, sono indagate anche altre 23 persone la cui posizione è stata stralciata e sarà oggetto di ulteriori verifiche.

h15:07 | Un nuovo tipo di estorsione 'ndranghetista è stato accertato dalla Dia di Reggio Calabria a conclusione dell'indagine che questa mattina ha portato all'arresto di tre persone ed al sequestro di beni per quattro milioni di euro. La cosca Libri, infatti, nella fattispecie, "non chiedeva la mazzetta, ma - come ha detto il colonnello Gianfranco Ardizzone capo del centro DIA della città dello Stretto - ha imposto l'assunzione di dipendenti selezionati e individuati dal capo cosca. Dipendenti che nonostante fossero stati assunti non andavano a lavorare. Una decina sono stati gli operai assunti, in prevalenza riconducibili alla cosca Serrraino, che venivano pagati senza recarsi in cantiere. Le indagini dell'operazione, avviate nel 2008 con l'attentato al bar "Mille Voglie", hanno portato anche al sequestro del bar "di Eduardo Mangiola, del bar "San Gaetano Catanoso" e del panificio "Mangiola Carmela", di due appartamenti situati in un immobile in fase di realizzazione e alcune autovetture.