Intensissima “tre giorni” all’insegna del Peperoncino Jazz Festival
L’estate cosentina 2016 sta per entrare nel vivo con una intensissima “tre giorni” all’insegna del Peperoncino Jazz Festival, rassegna itinerante nelle più belle località calabresi, che in questi giorni ha inaugurato a Castrovillari una strepitosa XV edizione (oltre 60 gli eventi in programma, con il coinvolgimento una trentina di comuni), che senza dubbio la consacrerà come uno dei più importanti eventi culturali e turistici della regione.
Confermatosi anche quest’anno tra i primi festival jazz d’Italia nella classifica dei “JAZZIT AWARD” all’esito del prestigioso referendum – Readers Pool - indetto dalla rivista specializzata nazionale Jazzit), l’evento, organizzato dall’Associazione culturale Picanto e diretto artisticamente da Sergio Gimigliano, dopo la fase iniziale ospitata nel cuore del Parco Nazionale del Pollino - che ha avuto come protagonisti il quartetto del trombettista Jeremy Pelt, la formazione capitanata in tandem da Serena Brancale e Walter Ricci, il portentoso sassofonista Ryan Kilgore (reso famoso al grande pubblico dalla pluriennale collaborazione con Stevie Wonder) e il nuovo astro del jazz newyorkese Benny Benack III - da martedì 19 luglio a giovedì 21 luglio p.v. ha in programma una ricchissima “tre giorni” realizzata con il patrocinio dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Occhiuto (in quanto fortemente voluta dall’Assessore Luciano Vigna e dall’Assessore Rosaria Succurro) e con quello dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e ospitata nella splendida cornice scenografica del neo ristrutturato Castello Svevo.
Dopo il grande successo degli scorsi anni, quando artisti del calibro di Brad Meldhau, Joshua Redman, Uri Caine, il trio Perez/Patitucci/Blade, Ron Carter e Ravi Coltrane hanno infiammato il pubblico accorso numeroso da ogni parte del Sud Italia, martedì 19 luglio per la prima delle tre tappe cosentine è in programma una incredibile serata a doppio set, che verrà inaugurata da quello che “ormai” potremmo definire un “Amico del PJF”: John Patitucci (senza dubbio uno dei bassisti più importanti al mondo, come dimostrano le sue collaborazioni con jazzisti del calibro di Chick Corea, Herbie Hancock, Stan Getz, Wynton Marsalis, Joshua Redman, Michael e Randy Brecker ecc., ma anche con stelle del pop e della musica brasiliana come Sting, Natalie Cole, Carole King, Milton Nascimiento, Astrud and Joao Gilberto, Ivan Lins, ecc.), che dopo le indimenticabili esibizioni nella “sua” Torano (paese di origine dei nonni paterni) e quella cosentina del 2014 ambientata nella Villa Vecchia in cui si è esibito con Danilo Perez e Brian Blade, questa volta salirà sul palco avendo al suo fianco sua figlia Grei, cantautrice e chitarrista di grande talento, che proprio in occasione del PJF presenterà, in anteprima ed esclusiva mondiale il suo primo progetto discografico, “Meadow of Peace”, alla realizzazione del quale oltre al padre hanno preso parte artisti del calibro di Nate Smith, Jon Cowherd, JohnDavis e Aaron Nevezie, in uscita il prossimo cinque agosto.
Sempre il 19 luglio, a seguire, sul palco allestito nella magnifica cornice del Castello Svevo salirà un altro artista di prima grandezza del panorama jazzistico mondiale: il pianista Kenny Barron.
Nato a Philadelphia nel 1943, Barron inizia a suonare il pianoforte all'età di dodici anni, dimostrando da subito un talento talmente travolgente, da portarlo a compiere la prima tournée soli quindici anni in una orchestra di rhythm’ & blues; un anno dopo, la sua arte era già così raffinata da consentirgli di accompagnare le esibizioni del mitico John Coltrane.
Da allora, la carriera di Kenny Barron è stata una inesauribile fonte di successo, al punto da essere stato definito dal Los Angeles Times «Il miglior pianista del mondo».
L'arte di Barron è connotata da estrema versatilità, capace di esprimersi al meglio nelle formazioni più varie (leggendario fu, tra l’altro, anche il suo sodalizio con Stan Getz, con il quale fu protagonista di indimenticabili esibizioni negli anni ‘80).
La sua musica, al pari di quella di Charlie Parker e di Dizzy Gillespie, si fonda su una raffinata concezione armonica che, pur affondando le proprie radici nella tradizione dei suoi predecessori, riesce a distinguersi per una caratterizzazione incisiva e personale.
Tratti distintivi del suo linguaggio pianistico, di derivazione be-bop, eppure estremamente personale, sono un fraseggio incisivo e brillante, ma anche una cura quasi maniacale della sonorità.
Dopo questa prima intensissima serata, mercoledì 20 luglio la città di Cosenza, grazie al PJF, ospiterà una delle due tappe italiane del tour mondiale del grandissimo chitarrista Robben Ford, vera e propria leggenda vivente del rock blues.
Inserito dall’autorevole rivista statunitense Musician tra i 100 migliori chitarristi del XX secolo e nominato ben cinque volte ai Grammy Awards, Robben Ford autentico talento della sei corde, nel corso della sua lunga carriera, complice uno stile molto versatile (è un musicista capace di fondere stili diversi come il rock, il blues, il pop e folk), ha collaborato con diversi colleghi di alto rango, tra cui Miles Davis, George Harrison, Joni Mitchell, Burt Bacharach, Barbra Streisand, Bonnie Raitt, Randy Crawford, Jimmy Witherspoon, Rickie Lee Jones, Muddy Waters e perfino i Kiss e gli Yellowjackets, band di cui Ford fu tra i membri fondatori.
Accompagnato dagli affiatati Brian Allen al basso e Wesley Little alla batteria, il chitarrista californiano presenterà l’ultimo lavoro discografico, “Into the Sun”, che segue gli acclamati “A Day In Nashville” e “Bringing It Back Home” e che vede collaborazioni di primissimo livello, come quelle del chitarrista degli Allman Brothers e leader dei Gov’t Mule, Warren Haynes, della chitarra slide del bluesman Sonny Landreth e dell’icona blues americana Keb’Mo.
Giovedì 21 luglio, infine, approderà sul palco del Peperoncino Jazz Festival Bobby Waston, solista e compositore d’eccellenza e vera e propria icona del sax contralto, considerato unanimemente uno dei principali musicisti della sua generazione.
In più di 25 anni di carriera ha accumulato una discografia che conta oltre cento incisioni e collaborazioni illustri con artisti del calibro di Art Blakey (è stato membro dei leggendari Jazz Messengers dal 1977 al 1981), Sam Rivers, Max Roach, George Coleman, John Hicks, Joe Williams e Wynton Marsalis, entrando così a pieno titolo nella storia della musica afroamericana.
In occasione dell’ultima serata cosentina realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata USA e ospitata nel suggestivo scenario architettonico del Castello Svevo, il sassofonista americano incontrerà artisticamente il Dea Trio, formazione composta dal pianista Andrea Rea, dal contrabbassista Daniele Sorrentino e da Elio Coppola alla batteria.
Il trio è nato circa quindici anni fa, quando i tre giovani musicisti muovevano i primi passi nel mondo del jazz; da allora, molti sono stati i passi in avanti e le esperienze collezionate dai suoi membri in giro per il mondo, come le collaborazioni con artisti del calibro di Benny Golson, Peter Bernstein, Joey De Francesco (Elio), Stefano di Battista, Richard Galliano, Dee Dee Bridgewater, Joe Lovano (Andrea), Sylvain Luc, Scott Hamilton, Enrico Rava (Daniele).
Dopo tutti questi anni, i tre decidono di riunire il gruppo, registrare un disco (in uscita per Itinera Records) e di regalarsi un tour con il mitico Bobby Waston.
Le tre serate, in programma a partire dalle ore 21:30 con servizio navetta da e per il centro città, prevedono un biglietto a posto unico già acquistabile in prevendita, al costo, rispettivamente, di 20 € (John & Grei Patitucci e Kenny Barron), 25 € (Robben Ford) e 15 € (Bobby Waston), ma in questi giorni stanno andando letteralmente a ruba gli abbonamenti previsti per tutti gli spettacoli della “tre giorni” cosentina, acquistabili in prevendita (presso In Prima Fila e on line sul sito www.inprimafila.net) al costo scontato di 45 euro.
Dopo aver fatto tappa nel capoluogo di provincia, il XV Peperoncino Jazz festival - evento organizzato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria (progetto presentato a valere sull’avviso pubblico relativo agli eventi culturali storicizzati nell’ambito del FUC 2016), degli enti Parco Nazionale del Pollino e Parco Nazionale della Sila, di numerose amministrazioni comunali e di importanti Sponsor privati (tra cui Confindustria Cosenza, Agis e Anec Calabria, Gas Pollino, Ottica Di Lernia, Montagna Srl, La Pietra Srl, Simet Spa, Amarelli Srl e Skyline Costruzioni Burza) e con l’Alto Patrocinio dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e della Reale Ambasciata di Norvegia – dal 22 al 24 luglio prevede un intenso weekend silano all’insegna delle sonorità norvegesi e, a seguire, proseguirà il suo lungo tour turistico – culturale nelle più belle località calabresi, andando avanti, senza soluzione di continuità, fino al 6 settembre con artisti del calibro di Roberto Gatto, Ben Paterson, Kurt Rosenwinkle, Gianluca Guidi, Joy Garrison, Daniele Scannapieco, Jim Rotondi, Antonella Mazza, Eric Daniel, Serena Brancale & Walter Ricci, Rick Margitza e tanti altri, per poi concludersi all’insegna del III Calabria Jazz Meeting, convegno annuale del jazz calabrese, in programma dal 29 settembre al 2 ottobre prossimi.