Rivendita di bevande e alimenti sul demanio fluviale, scatta il sequestro
Eccellente sinergia tra i militari della Compagnia Carabinieri e quelli della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, che nell’ambito di un servizio di contrasto dell’abusivismo sul suolo demaniale, d’iniziativa hanno sequestrato penalmente, in località Sorgente, un chiosco con le aree pertinenti e alcune strutture in legno, per un totale di circa 60 mq, realizzati ed utilizzati senza alcun titolo autorizzativo da parte di privati e a scopo commerciale.
Nel dettaglio, i militari della Stazione Modena insieme alla Guardia Costiera hanno constatato che su una porzione di arenile, a circa 50/70 metri dall’argine sinistro del torrente Sant’Agata, vi era una struttura in legno, di recente realizzazione, utilizzata per la rivendita di bevande ed alimenti. A fianco era stato poi realizzato un punto di ristoro per la clientela, delimitato da una staccionata in legno, dove erano stati posizionati tavolini e sedie.
Poco distante, verso valle, vi erano altre opere in legno ed era stato ricavato, installando un tubo in pvc, un pozzo per estrarre l’acqua attraverso una pompa ad immersione.
Dall’accertamento sarebbe emerso che l’utilizzatore avrebbe mantenuto abusivamente le strutture sul demanio fluviale, senza l’autorizzazione prevista, occupando un’area di complessivi circa 60 metri quadri.
I militari hanno anche constatato la presenza di alcuni cartelli affissi all’interno della struttura che riportavano i prezzi delle bevande e dei cibi in vendita, circostanza che di fatto confermerebbe come le strutture fossero state utilizzate per trarne profitto economico.
Pertanto, i militari hanno proceduto d’iniziativa al sequestro penale senza facoltà d’uso di tute le strutture, attrezzature e beni che sono state consegnate per la custodia allo stesso indagato.
Nell’ambito della stessa attività, sono state poste sotto sequestro, a carico di ignoti, altre due strutture abusive, ricadenti sul demanio fluviale e demaniale, e consistenti in un manufatto in legno con la copertura in telo e bamboo e un gazebo metallico che era adibito a punto d’ombra. Per queste opere sono in corso altri accertamenti con lo scopo di individuarne i responsabili.