Locri, in scena “Il barbiere di Siviglia” di Crescenzi e Pugliese

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Il corpo di ballo “Danza Dionysos” diretto da Ivana Sanci offrirà il proprio contributo a Il barbiere di Siviglia di Rossini, in scena l’8 e il 9 agosto, presso la Corte Comunale di Locri. In tal modo si dà un sapore più locale a un evento che vanta nomi di fama internazionale. Tra questi ricordiamo: David Crescenzi, direttore artistico del Teatro dell’Opera de Il Cairo, che dirigerà l’Orchestra Teatro Cilea di Reggio Calabria; Lev Pugliese che curerà la regia e che subito dopo le due recite locresi farà ritorno al New York City Opera per “Aleko” e “Pagliacci” con cui si inaugurerà la stagione 2016-17; Massimiliano Fichera, che interpreterà Figaro, da poco ritornato dal Festival dell’Egeo dove ha cantato ne “I pagliacci” con Piero Giuliacci.

Completano il cast Giuseppe Tommaso (Il Conte d’Almaviva), Romano Franceschetto (don Bartolo), Anna Werle (Rosina), Enrico Marchesini (don Basilio), Stella Sestito (Berta) e Angelo Nardinocchi (Fiorello /Ufficiale), tutti cantanti noti, dotati di vocalità interessanti, che nell’occasione saranno supportati dal Coro Cilea di Reggio Calabria. La direzione artistica dei due giorni d’opera locresi è affidata a Claudio Pugliese, figlio del celebre basso Franco, da anni impegnato come direttore artistico della compagnia C.I.A.L.M. – Teatro Lirico Italiano e dell’associazione culturale Teatro Lirico Regionale, realizzatrice della nuova produzione.

Il corpo di ballo Danza Dionysos è l’espressione dell’associazione Danza Dionysos, diretta da Ivana Sanci, che da trent’anni opera a Siderno, promuovendo la formazione di ballerini e avvalendosi della collaborazione di prestigiosi insegnanti e rinomati professionisti nel settore. Nell’ottica di formare giovani danzatori, collaborando periodicamente a progetti di ampio respiro con contaminazioni nel campo dell’arte, vengono selezionati giovani allievi dal corso avanzato, per fornire loro una valida esperienza anche sul palcoscenico e in teatro.

“Quest’anno, dopo aver collaborato sia ne “La traviata”, sia nel “Rigoletto”, abbiamo chiaramente subito accettato di continuare a offrire il nostro contributo al magnifico progetto lirico che l’Assessore Anna Rosa Sofia sta portando avanti a Locri. Nello specifico di questo allestimento, nel rappresentare l’ouverture de “Il barbiere di Siviglia”, si è pensato, insieme al regista, Lev Pugliese, di inserire dei movimenti coreografici che interpretino la sinfonia e che riassumano alcuni momenti salienti dell’opera: il personaggio di Figaro, la serenata del conte a Rosina, i tanti travestimenti che il personaggio del conte propone”, afferma Ivana Sanci.


QUATTRO CHIACCHERE CON IL REGISTA

Pugliese, dopo aver lavorato in importanti teatri internazionali, giunge nella ridente cittadina di Locri. Quale sarà il suo approccio a tale realtà?

Essendo la mia famiglia, da parte di mio padre, originaria della Calabria, è con grande entusiasmo che ho accettato di prendere parte a questa nuova produzione de Il barbiere di Siviglia. Per di più, essendo questo anche l’anno del bicentenario dalla prima esecuzione del capolavoro rossiniano, l’opportunità di celebrare questo anniversario è stata per me fonte di ulteriore stimolo.

In passato ho avuto più volte modo di dirigere produzioni in diverse bellissime realtà della provincia italiana e ho sempre avuto delle bellissime esperienze e piacevoli ricordi dei luoghi e delle persone. Ogni volta il riscontro del pubblico è stato estremamente caloroso, dimostrandosi, al contrario di quanto erroneamente si potrebbe immaginare, anche estremamente attento e preparato. La mia intenzione è pertanto quella di presentare al pubblico di Locri un prodotto curato e fedele alla musica e al libretto originale, non senza qualche spunto registico che possa divertire e coinvolgere ancora di più.

Ci può presentare gli aspetti fondamentali della sua versione de Il barbiere di Siviglia?

Nei duecento anni che ci portano dalla “prima" di Roma a oggi, Il barbiere di Siviglia oltre ad aver riscosso da subito (a parte la contestatissima prima serata) un enorme successo e a continuare a riscuoterne nelle tantissime produzioni e rappresentazioni in giro per il mondo, è probabilmente anche uno dei titoli operistici, se non addirittura il titolo operistico, che si è prestato alle più fantasiose e spesso anche strampalate interpretazioni registiche. È mia intenzione per questa edizione, in occasione del bicentenario, proporre una versione aderente al libretto nel tentativo di avvicinarmi il più possibile a ciò che avrebbe potuto riflettere la concezione del Maestro pesarese, pur mantenendo un gusto e un ritmo che siano consoni ai tempi moderni.

Cosa si aspetta da questa nuova collaborazione col Maestro David Crescenzi? Come procedono i lavori con lui?

Ho avuto modo di conoscere personalmente il Maestro Crescenzi ma questa sarà la prima volta che collaboreremo a un progetto assieme. Sin da subito è stato chiaro come entrambi avessimo una visione similare sul capolavoro rossiniano e sull’impronta che avremmo dovuto dare a questa produzione. Sono pertanto fiducioso che questa affinità tra buca e palcoscenico verrà senz’altro assimilata da tutti gli interpreti e conseguentemente trasmessa al pubblico.

Il suo Figaro sarà dipinto su Massimiliano Fichera o richiederà al cantante di adattarsi alle sue esigenze registiche?

Conosco bene e da tanti anni ormai Massimiliano, nonostante anche con lui, questa sarà la prima volta che si lavorerà assieme. Massimiliano è un artista intelligente e di grande esperienza, e pertanto sono sicuro che riusciremo a disegnare un personaggio dalle mille sfaccettature il più possibile aderente a lui.

In ogni caso ritengo che l’idea registica debba riuscire a coinvolgere l’artista esaltandone le doti migliori e integrandole nella visione d’insieme dello spettacolo.

La sua è stata una vita a pane e opera. Il padre impresario, il nonno Franco celebre basso... può ricostruirci gli step fondamentali della sua carriera artistica?

Nato in una famiglia legata al mondo dell’Opera, ho avuto l'opportunità sin da piccolo di maturare una rilevante esperienza in questo campo artistico. La mia formazione artistica inizia nel 1990 con lo studio del pianoforte, interrotto nel 1994, quando mi trasferisco a Johannesburg, Sud Africa, per terminare gli studi liceali e per migliorare la conoscenza dell’inglese. Dopo il diploma, nel 1996 mi iscrivo al corso di laurea in Psicologia presso l’Università "La Sapienza" di Roma. Durante gli studi universitari collaboro come aiuto regista con Maurizio Scaparro per la produzione di Così fan tutte di Mozart presso il Teatro Politeama Greco, il teatro storico di Lecce. Durante gli anni universitari, numerosi sono stati gli impegni nel teatro. Nonostante la laurea conseguita nel 2002 , scelgo di dedicarmi completamente all’attività artistica, debuttando nel 2004 come regista di Le nozze di Figaro di Mozart presso il Parco Olimpico di Seul e a Daegu; Corea del Sud, e ripresa in seguito dal Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno.

Nella mia carriera ho collaborato, tra gli altri, con direttori quali Fabrizio M. Carminati, Nicola Luisotti, Paolo Olmi, Donato Renzetti, Giuseppe Sabbatini; con scenografi come Gianni Quaranta (premio Oscar nel 1986) e Josef Svoboda; e con cantanti quali Katia Ricciarelli, Paolo Bordogna, Paolo Coni, Silvano Carroli, Carlo Guelfi, Nicola Martinucci, Irina Gordei, Ernesto Palacio, Maurizio Muraro.

Sappiamo che da poco è tornato dall’Ungheria e che presto ritornerà negli Stati Uniti. Cosa ci può raccontare di questi suoi ultimi allestimenti?

Questo è stato l’anno del mio debutto negli Stati Uniti. Dopo aver lavorato molto in Europa e anche in Oriente, ho avuto l'opportunità di debuttare anche negli USA con un progetto molto ambizioso. A tre anni, infatti, dalla chiusura dello storico e prestigioso New York City Opera, questo gennaio il sipario del NYCO si è finalmente riaperto riproponendo l’originale versione di Tosca andata in scena al Teatro Costanzi di Roma per la prima volta nel 1900. Il grande successo riscosso da questa produzione ha contribuito a rilanciare da subito il teatro il quale ha già annunciato l’intera stagione lirica 2016/17 che aprirà a settembre, il giorno 8, con l’Aleko di Rachmaninov e I pagliacci di Leoncavallo, due titoli impegnativi ma estremamente stimolanti per l’insolito abbinamento tra un capolavoro italiano e uno russo, per i quali sono stato nuovamente chiamato a curare la regia.

Cosa si aspetta dal pubblico locrese?

Sono certo che il pubblico avrà modo di apprezzare un grande capolavoro del genio musicale di Rossini e una compagnia di altissimo livello e, di certo, non rimarrà deluso!

Cosa pensa di questo imponente progetto operistico che l’Amministrazione locrese, nella figura dell’Assessore Anna Sofia, sta portando avanti da tre anni?

Sono felice che in un paese dove le risorse dedicate al teatro lirico e in genere allo spettacolo vengano sistematicamente ridotte, vi siano amministratori come l’assessore locrese che intuiscano il valore culturale e non solo, di ciò che il Maestro Luca Ronconi ha definito come il nostro vero teatro nazionale: il melodramma. Il mio plauso, quindi, all’assessore Anna Sofia per il suo impegno a mantenere viva la nostra identità culturale.