Conclusione del Fini Dance Festival svoltasi a New York
Ad oggi, è senz’altro il villapianese più famoso negli Stati Uniti. E continua a far parlare di sé ogni giorno di più. Antonio Fini, danzatore e coreografo 33enne, è “principal dancer” presso la Michael Mao Dance di New York già dal 2010. A lui si deve la nascita del festival Alto Jonio Dance, tenutosi proprio a Villapiana per cinque edizioni dal 2011 al 2015, e del Fini Dance Festival, un concorso internazionale di danza nato per evocare un abbraccio tra la cultura americana e quella italiana e che quest’anno ha avuto luogo nel mese di luglio sia a Crotone che a New York.
Proprio nella Grande Mela, al Manhattan Movement & Art Center, domenica scorsa si è tenuta la cerimonia conclusiva del Festival che ha trovato spazio addirittura tra le colonne del New York Times e nel corso del quale diversi artisti, sia italiani che americani, si sono esibiti incantando i presenti.
Sono stati assegnati diversi riconoscimenti prestigiosi a illustri esponenti della danza mondiale, italiani o di origini italiane, come Petra Conti – già prima ballerina alla Scala di Milano e ora prima ballerina al Boston Ballet – che aggiunge alla sua prestigiosa bacheca il Fini Dance Italian International Extraordinary Dancer Award, e Jacqulyn Buglisi, direttrice della Buglisi Dance Theatre di New York, alla quale è stato consegnato il premio alla carriera Fini Dance Italian International Lifetime Achievement Award.
Antonio non ha mai spezzato il cordone ombelicale che lo lega alla sua terra. Il Festival newyorchese, infatti, è stato chiuso da un’energica tarantella che ha visto protagonisti i ragazzi della sua Summer School americana e da una “danza delle bandiere” eseguita proprio da lui con l’intento di unire metaforicamente Italia e Stati Uniti. Inoltre, nelle sue vene scorre sangue arbereshe: il duetto “Memorie di Tirana” danzato insieme a Blakeley McGuire, prima ballerina della Martha Graham Dance Company, ha portato sul palco di Manhattan vibrazioni intense che hanno mostrato quanto siano importanti le sue radici.
“La serata del 24 luglio è stata trasmessa in diretta web affinché anche in Italia, benché notte fonda, si potesse avere la possibilità di immergersi in un vero e proprio festival dei due mondi”, ha dichiarato Antonio Fini. “Desideriamo fortemente che la danza sia uno dei tanti fili sottilissimi capaci di legare popoli, culture e tradizioni. Non c’è niente di più bello di un mondo in cui capirsi e riconoscersi reciprocamente e vogliamo dare il nostro contributo affinché ciò si materializzi attraverso ciò che sappiamo fare meglio, ossia danzare”.