Italia Nostra sulla situazione della Ferrovia Jonica
"Da tanti anni l’associazione Italia Nostra a Crotone si interessa della grave carenza di infrastrutture nel territorio ed in particolare del constante arretramento della rete ferroviaria jonica. Nel mese di aprile 1989, ancora prima che avvenisse il drammatico incidente ferroviario del 16 novembre, una petizione di Italia Nostra, “Mille firme per viaggiare meglio”, indirizzata ai vertici delle Ferrovie dello Stato, ai ministri competenti ed alle autorità regionali e locali, aveva raccolto più di mille firme per denunciare i gravi disagi dei pendolari e per chiedere maggiore sicurezza oltre al potenziamento della linea". E' quanto scrive Teresa Liguori Commissione nazionale delle ferrovie storiche di Italia Nostra.
"Dopo l’incidente con dodici vittime e numerosi feriti - continua la nota - tante roboanti promesse, regolarmente disattese, qualche concessione, ma niente di più. Rimase il dolore per la tragica scomparsa di padri e madri di famiglia, mai più ritornati a casa. Proprio nel ricordo di queste persone ed a memoria del loro sacrificio, ancora più inaccettabile risulta il declino di questa linea da Reggio Calabria a Taranto per 472 km. lungo la costa jonica e che fino al 2010 collegava la Calabria jonica con il resto d’Italia. Da allora l’isolamento continua, anzi avanza…
Immagini desolanti come le stazioni chiuse o in disuso, prive di biglietteria, i binari quasi tutti “morti”, il materiale rotabile non adeguato, con alcune recenti eccezioni, gli orari spesso non compatibili con le esigenze dei pendolari hanno causato forti disagi tra i viaggiatori e numerose proteste sempre più allargate, organizzate da comitati, movimenti civici, associazioni. Petizioni, convegni, sit-in nelle stazioni ferroviarie hanno rappresentato e rappresentano una via democratica al dialogo, alla informazione e sensibilizzazione dei cittadini come degli amministratori locali per far sentire forte e chiara la voce di una protesta collettiva sempre più ampia indirizzata ai livelli decisori della Regione Calabria, di Trenitalia, di RFI e del Ministero dei Trasporti. Si deve cambiare passo, al più presto: non è più sopportabile vivere in un Paese a due velocità: quella delle Frecce di tanti colori e quella delle Frecce nere.
Eppure la ferrovia jonica è una tratta storica (1864-1874) con un passato glorioso, con viaggiatori illustri che l’hanno percorsa nei secoli scorsi, riconoscendo nei loro scritti la sua grande utilità e definendola ferrovia della Magna Grecia: l’archeologo francese F. Lenormant 1879, gli scrittori/viaggiatori del Grand Tour, George Gissing nel 1897 e Norman Douglas nel 1911, oltre a Giuseppe Garibaldi, nel viaggio di ritorno all’isola di Caprera nel 1882 ed Umberto Zanotti Bianco, meridionalista, scrittore, archeologo, cofondatore di Italia Nostra, che l’ha percorsa nel 1919. A ricordo del passaggio di queste personalità, la sezione di Crotone aveva apposto una targa commemorativa alla parete esterna della stazione ferroviaria, nel corso della cerimonia commemorativa del 150°Anniversario dell’Unità d’Italia, il 6 marzo 2011, ed aveva proposto la denominazione della Ferrovia Jonica come Ferrovia della Magna Grecia.
Proposta che l’associazione ribadisce ancora più convintamente, dopo aver sperimentato che visitare i siti archeologici della Magna Grecia ed i centri storici situati lungo la costa o all’interno, fruendo dei collegamenti ferroviari, è possibile e conveniente. L’itinerario culturale-storico-paesaggistico realizzato su ferro il 5 marzo scorso tra Crotone e Locri, per visitare il Museo ed il magnifico parco archeologico, è stato molto apprezzato dai numerosi partecipanti, provenienti da tante città calabresi, tutti convinti che la proposta di una mobilità alternativa all’automobile sia vantaggiosa per l’ambiente, per il paesaggio, non impattante, a basso consumo energetico, utile per la socialità e per gli scambi culturali .
Italia Nostra, a livello locale e nazionale con la Commissione Ferrovie Storiche, attiva dal 2006, rinnova il suo forte impegno… “per il recupero e la tutela di questa infrastruttura che viene dal passato ma che, in termini di sostenibilità ambientale, rappresenta il futuro. L’Italia, per motivi geografici e geomorfologici, non può prescindere dalla ferrovia per la mobilità nel territorio nazionale”.