Gdf Vibo Valentia: sequestrato terreno per bancarotta fraudolenta

Vibo Valentia Attualità

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo Valentia ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo - ex art. 321 c.p.p. - emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Vibo Valentia, riguardante un lotto di terreno ed uno stabilimento aziendale di proprietà di un’azienda vibonese operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici. L’attività trae origine da complesse indagini di polizia economico finanziaria orientate nel settore dei reati fallimentari durante le quali sono state accertate violazioni al Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Legge Fallimentare). Nella circostanza, l’impresa in questione e’ stata destinataria del suddetto provvedimento in quanto il rappresentante legale, allo scopo di recare pregiudizio ai propri creditori, ha fittiziamente alienato ad altra azienda - nella quale rivestiva la carica di amministratore unico - un lotto di terreno ed uno stabilimento aziendale per l’importo complessivo, come riportato nelle scritture contabili, di Euro 1.027.539,25. Lo stesso, inoltre, al fine di procurare a sé un ingiusto profitto, ha distrutto parte dei libri contabili obbligatori in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione sia del patrimonio aziendale che degli affari dell’azienda successivamente dichiarata fallita. Il provvedimento e’ stato emesso nel corso delle indagini condotte dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Vibo Valentia, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno permesso di acquisire elementi probatori tali da indurre l’A.G. ad emanare il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca. In particolare, ai fini dell’individuazione dell’elemento soggettivo del reato di bancarotta fraudolenta per distrazione, si segnala la recente sentenza della Cassazione Penale n. 11899 del 14.01.2010 secondo la quale per la configurazione del reato non e’ richiesto il dolo specifico, ma il solo dolo generico, costituito dalla consapevole volontà di dare al patrimonio sociale una destinazione diversa da quella di garanzia delle obbligazioni contratte. Allo scopo di salvaguardare, adeguatamente, la parità di trattamento dei creditori che hanno uguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore e’ stata disposta l’applicazione del sequestro preventivo sui beni fittiziamente alienati. Il sequestro e’ stato, comunque, posto in essere con modalità tali da mantenere l’operatività dell’impresa “acquirente” e la prosecuzione dell’attività aziendale, per non porre a rischio i relativi posti di lavoro.