Atti vandalici nella parrocchia del Soccorso, il vescovo: “sintomo di mentalità mafiosa”
Durante la notte tra lunedì e martedì scorsi si è consumato un grave atto intimidatorio ai danni dei locali della Parrocchia Santa Maria del Soccorso a Reggio Calabria. Alcuni ragazzi, passata la mezzanotte, hanno dapprima lanciato pietre contro le finestre delle suore, che risiedono in una casa antistante la chiesa e, dopo, fatto irruzione nella Casa Accoglienza “Itala Campagna” in vico Soccorso di via Sbarre Inferiori.
Nella mattinata successiva i volontari hanno trovato il portone divelto e tutto l'arredo ed i beni della Casa messi a soqquadro. “Sono stati trafugati tutti gli alimenti che avevamo acquistato per le sagre in programma per la festa parrocchiale - racconta una volontaria - hanno aperto tutti i pacchi di pasta, spargendola per tutte le stanze della Casa, un gesto di sfregio, un'offesa che non possiamo tollerare”.
Il parroco, monsignor Giorgio Costantino, ha immediatamente deciso di sospendere i festeggiamenti civili: “una decisione sofferta, ma - spiega - urgeva dare un segno, uno scossone al quartiere. Troppi silenzi accompagnano gli episodi di violenza a danno di questa parrocchia. La gente mi sta incoraggiando, ha capito che era necessario non fare finta di nulla questa volta. Tantissima gente è rimasta amareggiata da questi episodi”.
Casa Accoglienza è un luogo simbolo della comunità, “è il secondo altare della Parrocchia - commenta ancora don Giorgio - lì Cristo si immola nei fratelli poveri e bisognosi, in quelle stanze stiamo esercitando concretamente l'invito alla Misericordia di Papa Francesco: garantiamo un pasto caldo, indumenti e la possibilità di fare la doccia a più di 60 persone al giorno, tra cui molti immigrati. Ma questo atto vandalico non ci fermerà”.
L'Arcivescovo si è reso presente durante la Santa Messa delle 19, celebrata simbolicamente nella Piazza antistante la Chiesa, definita dal parroco “luogo simbolo del degrado morale di tutta la zona”. Mons. Morosini ha sottolineato che “quanto è successo è sintomo di mentalità mafiosa” e dimostra ancora una volta il drammatico divario tra fede e vita: “colleghiamo le feste alla fede, alla fede vera. Non serve gridare ‘Viva Maria’ se - ha detto Morosini - poi siamo capaci di gesti come quelli di questa notte. La Madonna non può approvare certi comportamenti, la fede è una luce che illumina e deve illuminare la vita, soprattutto quanto ruota attorno alle feste religiose”.