Medico di base in Calabria e Guardia medica in Trentino, condannato a 20 giorni
Guardia medica a tempo determinato e contemporaneamente medico di base con all’attivo ben 1500 pazienti. Un particolare, quest’ultimo, che il professionista, reggino, avrebbe omesso di dichiarare al momento della domanda inoltrata all'Azienda sanitaria di Trento per un incarico a tempo determinato nel servizio, appunto, di Guardia medica, e nella quale avrebbe invece asserito di non essere già titolare di un altro incarico di assistenza primaria.
Da qui ne è scattata una condanna a 20 giorni di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, pena confermata ora in Cassazione.
I fatti risalgono al 2013 quando il medico, con lo studio a Reggio Calabria, aveva inoltrato la domanda nel capoluogo del Trentino e durante la compilazione dei un’autocertificazione aveva siglato la casella negativa omettendo, appunto, di dichiarare di essere già un medico dell'Asl di Reggio Calabria; cosa che rendeva incompatibile del nuovo incarico con quello già in essere.
Il professionista, nei diversi gradi di giudizio, aveva sostenuto che si trattava di una semplice dimenticanza, spiegando che come medico di base nel capoluogo calabrese era stato sospeso dall'incarico non percependo la retribuzione per questa funzione, che aveva già subito un procedimento disciplinare e che l'Ordine di Reggio Calabria lo aveva sospeso dall'esercizio della professione per quattro mesi dopo la comunicazione dell’As trentina e per cui non avrebbe dovuto essere sottoposto a procedimento penale per lo stesso fatto.
Una tesi non accolta in Cassazione dove i giudici hanno invece sostenuto che l’uomo, invece, sarebbe stato a conoscenza dell'incarico del quale era titolare presso l'Asl di Reggio Calabria e ritenuto il dolo nella compilazione dell'autocertificazione e la volontà di rendere una falsa attestazione in riferimento alle qualità personali richieste della legge.