Sanità: sindacati, nuove misure socialmente inaccettabili
"Il decreto del Presidente della Regione n. 19 del 25 ottobre che stabilisce i nuovi criteri di compartecipazione alla spesa sanitaria a modifica del precedente regolamento regionale che definiva le tipologie di esenzione dal ticket per patologie e reddito (esenzione per i redditi ISEE sino a 10.000 euro), dalle prime proiezioni effettuate, risulta pesantemente iniquo per gli effetti che produrrebbe sui bilanci di numerose famiglie". Lo sostengono, in un comunicato, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Sergio Genco, Paolo Tramonti e Roberto castagna. "Il provvedimento, seppure apprezzabilmente - scrivono - esenta i bambini di eta' inferiore ai 6 anni e gli anziani ultra sessantacinquenni con reddito imponibile sino ai 36.151,98 euro, penalizza inversamente i componenti dei nuclei familiari precedentemente esentati per effetto del calcolo reddituale derivante dall'Indicatore Isee. La non prevista applicazione dello strumento di calcolo Isee che si ricorda considera la globalita' del reddito familiare, inclusi i patrimoni e le rendite, diffusamente impiegato per l'accesso a servizi e prestazioni sociali, in questo caso - secondo i sindacati - escluderebbe dall'esenzione ampie categorie a basso reddito, in sostanza, il mondo del lavoro e gli inoccupati. Difatti, stante una prima lettura del decreto resterebbero esclusi da ogni beneficio di esenzione tutti i soggetti che prestano attivita' lavorativa ed i propri familiari a carico fiscale (escluso i disoccupati e loro familiari a carico sino ad un massimo di 12.910,05 euro ed i titolari di pensione sociali e over 60 anni titolari di pensioni con integrazione al minimo e loro familiari a carico sino ad un massimo di 12.910,05 euro). Considerate le vistose iniquita' e le stridenti sperequazioni che rischiano di abbattersi sui bilanci delle famiglie meno ambienti ed in particolare sul mondo del lavoro e dei pensionati di eta' inferiore ai 65 anni a basso reddito, Cgil Cisl e Uil, - si legge - nel ribadire la contrarieta' ai tickets che di fatto limitano l'accesso al diritto universale alla salute, chiedono venga bloccato il decreto ed introdotto urgentemente ogni correttivo utile a rendere equo il prelievo ed a far emergere ogni sacca di evasione che sfugge al fisco ed alla compartecipazione ai costi dei servizi pubblici che divide i cittadini nelle categorie degli onesti che pagano sempre e dei furbi che sfuggono ad ogni regola democratica e civile". Cgil, Cisl e Uil chiedono "ancora una volta l'applicazione di tutte le azioni di vigilanza e controllo sulla appropriatezza delle prescrizioni, al fine di ridurre le spese inutili e assicurare nel contempo il diritto alle prestazioni sanitarie ai cittadini che ne hanno realmente bisogno. D'altronde, sarebbe del tutto inaccettabile - sostengono i tre segretari - che, a fronte della dichiarata volonta' regionale di mettere in campo misure di rigore e di equita' della spesa ed a fronte degli sprechi e del malaffare che dissanguano da anni la spesa sanitaria, a pagare i disastri della sanità ancora una volta venissero chiamati i lavoratori ed i pensionati su cui gia' pesa la piu' alta tassazione fiscale ed il maggiore disagio causato dai disservizi sanitari". Cgil, Cisl e Uil, "unitamente alle categorie dei pensionati, al fine di scongiurare le ovvie reazioni sociali che appesantirebbero un clima gia' delicato di tensioni e preoccupazioni legati alla crisi ed alle misure del Piano di rientro in corso di definizione, auspicano l'intervento urgente del Commissario Scopellliti affinchè, coerentemente agli impegni assunti di non gravare i cittadini di ulteriori balzelli fiscali, modifichi sostanzialmente il provvedimento rendendolo socialmente sostenibile e ufficializzando il gettito fin qui ottenuto dalla compartecipazione alla spesa sanitaria dei cittadini e le categorie di soggetti che ad esso concorrono".