Precariato alla Provincia di Vibo: sindacati proclamano lo stato di agitazione
Le organizzazioni Sindacali Nidil CGIL Felsa CISL e UILTemp hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori precari ex articolo 7 della provincia di Vibo Valentia.
“Dopo alcuni incontri interlocutori,- scrivono i sindacati - e le ripetute richieste di un tavolo che, coinvolgendo Calabria Lavoro, Assessore al Lavoro e Sindacati, sia in grado di poter garantire ai lavoratori un percorso di stabilità occupazionale attraverso la proroga dei contratti in scadenza.”
“La Regione – proseguono Nidil CGIL Felsa CISL e UILTemp - convochi le organizzazioni sindacali, cosi come richiesto ufficialmente, non si può correre il rischio di interrompere, dopo quasi 3 anni, un percorso di contrattualizzazione ottenuto dopo un lungo e mortificante periodo di precariato ed una intensa e proficua fase di lotte sindacali, culminata con la firma dell'accordo fra Regione nella sede e con il coinvolgimento della Prefettura di Vibo, che si rese parte attiva nella firma delle convenzioni per l'allocazione dei lavoratori anche nei propri uffici insieme a Tribunale, Asp ed alcuni comuni. I lavoratori furono contrattualizzati attraverso Calabria Lavoro, quando per effetto del commissariamento della Provincia di Vibo, la conseguente ed inaspettata interruzione del rapporto di utilizzo ne precluse l'inserimento nella contrattualizzazione ministeriale insieme ad Lsu e Lpu. Oggi è necessario evitare che la storia possa ripetersi, ed i lavoratori possano essere nuovamente penalizzati, - aggiungono - pertano nel richiedere alla Regione di dare seguito alla richiesta di convocazione unitariamente inoltrata all' Assessorato al lavoro, le annunciamo, in caso di ulteriori ritardi, l'autoconvocazione dei lavoratori ex art. 7 con possibili forme articolate di presidio. Le stesse forme di presidio coinvolgeranno anche i precari delle Legge 15 di Acri, San Giovanni in Fiore e della provincia di Reggio Calabria se non si concretizzeranno in tempi strettissimi l'applicazione del disciplinare di utilizzo e l'adeguamento dei sussidi, già concordati e firmati, che aspettano ancora inspiegabilmente che la Giunta regionali li approvi con delibera come del resto già avvenuto a suo tempo con il disciplinare LSU LPU. Non si può rischiare di bloccare ulteriormente, per effetto di intoppi e cavilli burocratici, un riconoscimento che questi lavoratori aspettano da anni.”
“In Calabria la situazione e la dimensione del precariato pubblico istituzionalizzato richiedono attenzione e volontà politica – concludono i sindacati - a costruire percorsi che diano prospettiva occupazionale e certezza del reddito, occorre che la Regione metta in campo iniziative politiche finalizzate all'avvio di un Piano Regionale per il lavoro che provi a dare respiro ad un'azione di governo che finora non si è dimostrata sufficientemente incisiva, e che rischia di ingenerare una nuova e più vasta ondata di tensioni sociali.”