Stabilizzazione: Todaro, scelte fatte in linea con affermazioni Draghi

Catanzaro Attualità

Riportiamo il testo integrale della dichiarazione diramata dal responsabile politiche sindacali di palazzo de Nobili , Vittorio Todaro: “Rileggendo, per vecchia mia deformazione, la lectio magistralis svolta dal Governatore Mario Draghi venerdì 5 novembre all’Università di Ancona, lezione che per il momento in cui cade rappresenta una vera e propria piattaforma di Governo, ho colto delle affermazioni che danno ad alcune scelte fatte dall’Amministrazione Olivo un significato di prospettiva e un valore di strategia. Il ragionamento del Governatore è molto semplice e lineare: alla crisi stiamo resistendo attraverso la ricchezza accumulata nel passato; la ricchezza accumulata è frutto di azioni e decisioni passate; il PIL legato alla produttività (cioè la crescita possibile futura) è frutto di azioni e decisioni prese guardando al futuro. Come si può avere “crescita” nel prossimo futuro se i fattori che fanno il futuro: giovani, scuola competitiva, ricerca scientifica sono completamente abbandonati e disinvestiti? Ma dice di più: andiamo verso un modello sociale fondato sulla precarietà, nella illusione che la precarietà garantisca flessibilità e produttività. Questa è una scelta di decadenza. Il suo pensiero è chiaro: “Senza la prospettiva di una pur graduale stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari s’indebolisce l’accumulazione di capitale umano specifico, con effetti alla lunga negativi su produttività esistente e profittabilità. Il gap causato dai marcati dualismi tra precari e stabili, e, dal sistema delle imprese caratterizzato da dimensioni troppo ridotte che non consente la necessaria innovazione del prodotto. Insomma più stabilità di lavoro, più uguaglianza, più coesione sociale porta più produttività. Occorre un’idea di società solidale per avere un sistema più competitivo. In questo quadro la scelta dell’Amministrazione Olivo di stabilizzare i precari, tutti i precari (più di 150) non è assistenzialismo, né ha solo un valore sociale, un semplice contributo alla tenuta della coesione sociale, ma acquista un valore di prospettiva, di contributo alla crescita della collettività del sistema pubblico e dei servizi, valore di cui tutti i soggetti che interagiscono dovrebbero rendersi conto, al fine di coordinare gli sforzi, e valorizzare le professionalità, i contributi specifici, in direzione di un miglioramento dei servizi erogati”