Bindi all’Unical: “Le mafie sparano meno ma corrompono di più”
Le mafie sparano di meno, ma corrompono di più. E non tutta la corruzione è opera delle mafie, sebbene sia la loro arma privilegiata.
Lo ha detto la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, che stamattina ha partecipato a Rende all'inaugurazione dell'anno accademico della facoltà di Scienze Politiche dell’Università della Calabria e nell’occasione anche alla conferenza sul tema proprio della corruzione e della criminalità organizzata definita come “una sfida europea".
"La corruzione viene praticata anche senza ricorrere a mezzi intimidatori o violenti - ha ribadito la Bindi - ma creando complicità e consensi da parte degli interlocutori e quindi combattere la corruzione vuol dire combattere la criminalità organizzata".
La presidente della Commissione ha ribadito inoltre come in Italia vi siano strumenti contro le mafie e che risultati sono stati ottenuti nella lotta a quello che ha definito “il nemico”, “perché – ha detto - credo che contro la mafia si debba usare questo termine”.
“L'Italia - ha aggiunto - si è attrezzata, e siamo qui a riflettere anche sull'Europa - ha detto ancora Bindi - perché è meno attrezzata di noi, e non a caso le mafie migrano, perché non ci sono forze di polizia e magistrati come da noi. Siamo stati in Canada come commissione, e abbiamo visto che Toronto è un'altra capitale della 'ndrangheta e Montreal di Cosa Nostra - ha spiegato ancora Bindi - e lì si fanno affari e se non ci sono strumenti globali sarà complicato combattere le mafie".
La Bindi si è poi soffermata sulla questione del Ponte sullo Stretto, affermando che “è una scelta che va valutata sull’opportunità e la fattibilità in rapporto alle altre urgenze del Paese e per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose è evidente che serve una forte vigilanza, ma non bisogna fermarsi per paura” di queste.