“Quell’amore che profumava di giuggiole”, a Corigliano
Chi si aspetta una storia da rotocalco, dal sapore post-prandiale, rimarrà deluso. Isabella Freccia, nel suo quinto libro fresco di stampa, “Quell’amore che profumava di giuggiole”, traccia, pagina per pagina, aspetti mai remoti della vita, dalle inconcepibili differenze di ceto sociale all’inarrestabile piaga degli abusi sulle donne. Evidenziando, così, l’antica radice, purtroppo difficile da estirpare definitivamente, di mali che solo a primo acchito sembrerebbero tipici della cosiddetta società moderna.
Quella di Isabella Freccia, donna impegnata nel sociale e nella scuola, è una produzione fertile, tanto fertile ma mai effimera, che si snoda nel tempo sempre percorrendo una propria individuale visione della realtà che sprona a capire meglio il valore del rapporto con la tradizione, non disgiungibile dalla geografia esistenziale della scrittrice dalla sua terra vissuta. Quest’ultimo libro è una storia di vita che l’Autrice ha voluto testimoniare alle giovani generazioni perché sappiano e non dimentichino. Un racconto esemplare, ricco di buoni sentimenti e spiritualità, dove il tempo e il passato non assumono un aspetto evanescente, ma risonanza di umanità ed esperienza. Una sorta di diario ricco di sensazioni.
Il volume verrà presentato domenica 30 ottobre, alle ore 17.30, presso la sala convegni della chiesa Santi Nicola e Leone di Corigliano Scalo.
Ad introdurre e coordinare i lavori sarà la dott.ssa Anna Milieni. Interverranno: Luigi Leotta, capitano di vascello Direzione Marittima di Bari; prof.ssa Fiorella De Rosa, ricercatrice Università della Calabria; prof. Giuseppe De Rosis. Le conclusioni sono affidate al prof. Giovanni Pistoia.
Alcuni brani del libro saranno letti da Elvira Campana, Franco Cirò, Mario Felicetti, Giusy Forciniti, Katya Genova, Giorgio Oranges, Maria Romeo, Serafina Salimbeni, Silvana Simone, Antonio Trebisonda. La manifestazione culturale prevede, inoltre, gradevoli intermezzi musicali e si concluderà con un gustoso apericena.
Solo a leggere il titolo, è utile ribadirlo, “Quell’amore che profumava di giuggiole” potrebbe sembrare un libro anacronistico e comunque lontano dagli interessi culturali e dalle problematiche sociali della quotidianità. E invece non è così. È, piuttosto, un richiamo costante ai valori, all’amore che non conosce barriere e pur s’imbatte in insormontabili ostacoli e avversità, ambientato in scorci di mirabile visione, dalle stradine agli antichi ruderi, sui quali privilegia sempre e comunque la silenziosa presenza di un albero di giuggiole che vede consumare, sotto la sua frescura, gioie e dolori. Un romanzo scaturito dalla volontà di apportare, pur senza pretese salvifiche, un contributo alla riscossa dell’odierna anchilosata società. Appuntamento, quindi, al prossimo 30 ottobre con “Quell’amore che profumava di giuggiole”.