Omicidio Fortugno, Irto “Legalità in primo piano”
Ricordare Francesco Fortugno, vice presidente dell’assemblea legislativa assassinato il 16 ottobre del 2005, è per Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale “un dovere istituzionale”, dal momento che l’omicidio per Irto rappresenta “il più grave delitto politico – mafioso della storia calabrese, e uno dei più gravi della storia d’Italia”. È quanto ha affermato Irto nel corso della cerimonia commemorativa svoltasi questa mattina a Locri, in occasione dell’undicesimo anniversario dell’assassinio di Fortugno. Ha così ringraziato chi “continua a custodire la memoria di Franco Fortugno, perché la memoria dei giusti è l'ossigeno che alimenta la fiamma della speranza, di cui abbiamo tutti bisogno”.
Irto si è spinto oltre, ha infatti affermato che “è dovere dei cittadini ricordare una persona perbene uccisa dalla barbarie della 'ndrangheta che ha assestato un colpo durissimo al cuore della democrazia calabrese”. E si è concentrato sui giovani e sulla loro importanza nella lotta alla criminalità organizzata, “questa battaglia può essere vinta dalle nuove generazioni”, grazie ad “azioni culturali, attività repressive condotta tanto da Magistratura, quanto dalle forze dell’ordine. È necessario avviare la diffusione della cultura della legalità, che accresce la consapevolezza dei ragazzi e fornisce loro gli strumenti per scegliere il bene e non il male, per andare nella direzione dell'interesse comune e non dell'egoismo individuale o di gruppo”.
Si è quindi concentrato sul ruolo della politica, affermando l’importanza di “un patto che le istituzioni devono assumere e rispettare”, facendo leva sull’impegno che la politica deve portare avanti basato tanto sulle prese di posizioni, quanto sulle azioni concrete. Occorre ripudiare la mafia, pubblicamente e con forza, e rinunciare a quel consenso condizionato dalle mafie, che inquina la sorgente della democrazia, avvelenando i frutti della politica e delle istituzioni”.