Presentazione “Al di là della mala. Quando la ‘ndrangheta c’entra poco o niente”
La speranza ha bisogno di militanza. Contro paura, sudditanza e pensiero unico, tutti fattori che tengono avvinto l'intero Alto Ionio, Monsignor Francesco Savino − in occasione della presentazione del libro-denuncia di Claudio Dionesalvi e Silvio Messinetti intitolato Al di là della mala. Quando la 'ndrangheta c'entra poco o niente e presentato martedì 18 ottobre a Villapiana − propone una ricetta indifferibile per impedire che i cittadini vengano definitivamente espropriati dei loro beni. La ricetta, che R.A.S.P.A. sta portando avanti da tempo passa necessariamente da responsabilità, etica e ribellione e da un'idea profonda di resistenza ai guasti del tempo, fatta di consapevolezza e coscienza critica.
Anche gli altri ospiti intervenuti alla presentazione di Al di là della mala − il già citato Dionesalvi e poi Francesco Chiaradia, avvocato del foro di Castrovillari, e il dottor Ferdinando Laghi, Vicepresidente dell'ISDE Sud Italia, Medici per l'Ambiente − si sono ritrovati nel richiamo del Vescovo di Cassano allo Ionio, volto a non abbassare la soglia di guardia su un territorio, quello della piana di Sibari, in balia di una pericolosissima triangolazione: quella tra massoneria, 'ndrangheta e politica, attivissime nel gestire quel malaffare che ha messo in ginocchio le nostre contrade.
Proprio la gestione dei rifiuti industriali della Pertusola Sud di Crotone è stata al centro del dibattito che ha animato tutta la serata di martedì 18 ottobre. Al netto delle inchieste concluse e di quelle ancora in corso, sono ancora molti gli interrogativi legati allo smaltimento di centinaia di migliaia di tonnellate di ferriti di zinco, interrate chissà dove e ancora "invisibili". Ad esempio, dove sono finite le centomila tonnellate di ferriti sfuggite ai procedimenti giudiziari? Gli oltre tremila camion di scorie che, con ogni evidenza, hanno solcato le nostre strade e riempito i nostri viadotti sono sfuggiti alla nostra attenzione narcotizzata? Sono forse invisibili tremila camion? Certo, invisibili come le esigenze e i diritti (quelli alla salute, sopra tutti gli altri) di cittadini disperati. E non è forse il caso di ricordare, come pure ha fatto il Dott. Ferdinando Laghi, che quasi un quarto delle morti e delle malattie dipendono da fattori ambientali?
L'invito di R.A.S.P.A. e degli autori del volume presentato è rivolto a quei cittadini disperati e abulici: le continue vessazioni non devono giustificare la rinuncia a riaprire la contesa con il malaffare che ci consenta di restituire visibilità alle reali necessità dell'Alto Ionio. R.A.S.P.A. non mette la testa sotto la sabbia e lotta per difendere i propri diritti, che sono poi quelli di tutti. Raspiamo via l'incrostazione di apatia, sudditanza e omertà che pesa sulle nostre coscienze e che ci fa piegare la testa, che ci riportano ad anacronistiche posizioni di sudditanza e riconquistiamo dignità di cittadinanza!