Referendum: il Laboratorio Politico “No Calabria 2016” ribatte le sue ragioni
Nella suggestiva cornice del Circolo Velico di Reggio ha avuto luogo l’annunciata conferenza stampa del Comitato Referendario “NO CALABRIA 2016”, laboratorio politico che ha dato vita ad un incontro con attori del territorio, sindacati di categoria e realtà rappresentative del tessuto sociale, soggetti che, sulla scorta di una posizione condivisa rispetto alla tematica referendaria, hanno inteso dar vita ad un libero spazio di dibattito comunitario finalizzato a sostenere le ragioni del NO alla cosiddetta riforma costituzionale renziana.
Al tavolo dei lavori – coordinato da Mariangela Cuzzola, esponente del laboratorio politico “NO CALABRIA 2016, si sono alternati: Bruno Ferraro, segretario generale del sindacato FIALS, Enzo Rogolino, segretario generale del sindacato FAST, Roberto Giarmoleo, responsabile reggino della Lega per la difesa del cane e Carlo Colella, Presidente del Circolo Velico ed esponente del sindacalismo medico. Presenti all’incontro esponenti del Movimento Cristiano Lavoratori e del Forum delle famiglie.
L’incontro tra queste diverse realtà – che si riconoscono nelle tematiche socio-solidali espresse dal laboratorio politico NO CALABRIA 2016 – vuole rappresentare un metodo nuovo e scevro da condizionamenti delle tecnocrazie partitiche, determinando un modello alternativo di partecipazione al dibattito politico che tragga linfa vitale dalle opinioni diffuse nella società civile. Proprio da questo spontaneismo sono scaturite quelle riflessioni sulla mistificazione renziana che vuole utilizzare il sentire riformista degli italiani piegandolo alle logiche strumentali di un governo impopolare. Va rivelato ai cittadini come su tre punti propagandistici dei fautori del Si governativo vengono svelate le bugie di una politica autoreferenziale e preoccupata soltanto di mantenere posizioni di privilegio. Il pubblicizzato risparmio dalla contrazione dei posti della politica, paventato per miliardi di euro, inciderà invece secondo gli analisti di settore a scarsi cinquanta milioni che rappresentano i costi di una settimana per garantire assistenza ai migranti clandestini. Per quanto invece attiene alla sbandierata modifica del sistema bicamerale, in verità viene soltanto trasformato il Senato che non verrà più eletto dal popolo, bensì designato dalle segretrie dei partiti, col conferimento di doppi incarichi a Sindaci e Consiglieri Regionali che, specie in Calabria, già non trovano tempo e modi per risolvere i problemi del territorio. Il terzo punto focale riguarda gli aspetti di una riforma che, inequivocabilmente, toglie rappresentatività al popolo, proprio laddove prevede che per esercitare una proposta di legge la conseguenziale raccolta firme abbisogni del triplo delle adesioni previste. Nel merito riteniamo gravissimo che nella nuova versione dell’articolo 117 l’attività legislativa sia posta sotto il vincolo dell’Unione Europea, perché di diritto la sovranità nazionale sarebbe ceduta ad un’istituzione sovranazionale non eletta e che non persegue gli interessi degli italiani.
Infine la trovata che vedrebbe sottratta al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere le Camera per consegnarlo proprio a quel Presidente del Consiglio che neppure è stato eletto dal popolo; determinerebbe un grave, se non pericoloso, sistema assolutistico che sovverte il principio democratico basato sull’equilibrio e sulla compensazione dei poteri. La sintesi condivisa, scaturita tra l’uditorio ed i relatori, ha conclamato quale elemento fondante di una battaglia popolare per il NO il valore di quella Libertà, garantita da una democrazia partecipata, che una falsa riforma vorrebbe alienare dalla nostra Costituzione.