Provincia Crotone: lettera al ministro Matteoli dal vice presidente Bruno
Egr. Ministro, mi rivolgo a lei in qualità di vice presidente della Provincia di Crotone con delega ai trasporti e come vicepresidente della società di gestione dell’aeroporto di Sant’Anna a Crotone. Apprendiamo dalla stampa che è in fase di discussione la riorganizzazione del sistema aereo nazionale. Dalle notizie che ci giungono sembra che si stia pensando a fissare in 500 mila passeggeri annui la soglia per la sopravvivenza di uno scalo. Sotto questa soglia gli aeroporti sarebbero declassati a scali regionali ed affidati alle Regioni, soprattutto alle casse di queste, che nel caso della Calabria sono già critiche vista la situazione della sanità. Tutto questo per dire che se passasse questa logica lo scalo di Crotone verrebbe chiuso. Non le nascondo che la notizia ha generato non pochi allarmismi nel nostro territorio. Lei conosce molto bene la situazione dei trasporti del nostro territorio e comprende quanto realmente strategico, per lo sviluppo della nostra provincia, sia l’aeroporto di Sant’Anna. Un aeroporto che ho rotto l’isolamento del nostro territorio, riconsentendo, dalla sua riapertura, alla nostra economia uno slancio in avanti, soprattutto per quel che riguarda il settore Turismo.Mi si consenta di poter sollevare dei dubbi sul tipo di analisi che sembra si stia facendo. Non credo che le sorti di un territorio possano essere decise dalle fredde logiche dei numeri. Quando la Provincia di Crotone ha deciso di investire cospicui capitali per la riapertura dello scalo di Sant’Anna, si sono attuate logiche che miravano al rilancio del territorio. Il nostro primo intento fu quello di rompere l’isolamento di questo nostro territorio che avendo come arteria stradale principale la statale 106 ed una linea ferroviaria dove ancora oggi sembra un utopia la linea elettrica, ci è sembrato logico investire nel traffico aereo, soprattutto vista la naturale aspirazione di questo territorio ad essere sito turistico. I dati del traffico, a cui si riferisce l’analisi, sono quelli del 2009, anno in cui lo scalo crotonese ha funzionato a singhiozzo. Oggi che si è scelto di dare una continuità a questo aeroporto i dati sul numero di passeggeri sono raddoppiati rispetto all’anno passato e mancano ancora due mesi alla fine dell’anno. Il dato 2010 è ancora più interessante e ispira ottimismo se si conta che quest’anno non si sono sfruttati i voli charter, che avrebbero aumentato in modo rilevante la quota dei passeggeri e che gli ulteriori investimenti fatti sullo scalo, sistema di atterraggio elettronico, allungamento della pista e allargamento dell’aerostazione, consentiranno l’anno prossimo l’arrivo a Crotone delle linee low-cost, quindi l’attivazione di nuove tratte. Come è evidente dal mio semplice ragionamento, l’aeroporto di Crotone si candida tranquillamente ad essere lo scalo di riferimento dell’alto ionio e della zona silana, due realtà importanti della Calabria, difficilmente raggiungibile se questo scalo fosse chiuso. La nostra economia e soprattutto la possibilità di un futuro per questo piccolo pezzo d’Italia non possono prescindere dalla sopravvivenza di questo importante snodo aeroportuale. La esorto, e so che lei come Ministro e ancora di più come amministratore di un piccolo comune, avrà la giusta sensibilità per capire le nostre istanze, ad ampliare il ragionamento di riordino del sistema aereo nazionale coinvolgendo le amministrazioni locali ed estraniandosi da questa fredda logica dei numeri, dietro i quali ci sono i sogni e le aspirazioni di tanti cittadini italiani.