Comune Catanzaro: assessore Marcucci su delibera Corte dei Conti
“Il dibattito politico mediatico aperto per l’ennesima volta dalla pubblicazione della deliberazione della Sezione di controllo della Corte dei Conti della Calabria, sul bilancio preventivo del comune di Catanzaro, merita qualche riflessione. La prima riguarda proprio il fatto che le analoghe deliberazione relative ai bilanci di tutti gli altri enti locali calabresi, non suscitano altrettanta attenzione. Tutto questo, naturalmente, soprattutto perché la speculazione politica che ne nasce, non aiuta a valutare con la dovuta attenzione le osservazioni della Corte: e le criticità che la Sezione segnala con spirito di collaborazione, ma diventano armi improprie nelle mani dell’opposizione. Chi amministra avrà la tentazione di non affrontare il merito dei problemi, ma rispondere per le rime, ad esempio facendo riferimento allo sfascio dei conti del comune di Reggio Calabria. Entrando, invece, nel merito di alcune delle questioni sollevate, vorrei far notare che la spesa per il personale sostenuta dal Comune di Catanzaro è fra le più basse d’Italia, in assoluto ed in percentuale e a fine anno, risulterà nettamente inferiore a quella del 2009. Questo, naturalmente, dipende dal fatto che la macchina organizzativa comunale è ormai largamente sotto dimensionata rispetto ai tanti compiti di competenza dell’ente. Si spiegano, così, i limiti che certamente possono esserci nell’azione amministrativa, ma non nel contrasto dell’evasione fiscale. Al contrario, per quanto riguarda l’Ici, citata a sproposito in qualche articolo, l’anno scorso e quest’anno, gli accertamenti per il recupero di evasione fiscale sono aumentati di svariati milioni di euro. Per quanto riguarda i rischi di sbilanciamento dei conti dell’ente causati dall’uso di risorse nostre quali quelle dell’avanzo di amministrazione, confermo che tale uso è limitato a spese correnti non ripetitive. Sono abbastanza certo, inoltre, che al termine del mandato del sindaco Olivo, l’avanzo sarà all’incirca uguale a quello ereditato dall’amministrazione Abramo. Non stiamo consumando il patrimonio, quindi, ed abbiamo tenuto i conti in ordine. Sottolineo che, nonostante la crisi, i tagli e gli aumenti di spesa, l’attenzione riservata alla stabilizzazione dei lavoratori precari e alle spese sociali, questo risultato è stato conseguito senza aumentare nessuna tariffa e nessuna imposta comunale. Infine, la questione società partecipate, oggetto di un apposito studio e di una deliberazione della Corte. Questione che a Catanzaro come in tante altre Città, presenta evidenti criticità. E forse il caso di notare, in primo luogo, che l’indagine della Corte riguarda il periodo 2004-2008. Almeno fino al 2007 le principali società partecipate dal Comune, sono state dirette da Manager indicati dalle precedenti amministrazioni. Perciò, se responsabilità politiche vi sono, esse possono certamente essere distribuite con una certa equità. Quando il Consiglio Comunale si occuperà di questo tema, per una doverosa risposta alla Corte, e per decidere, come previsto dalla legge, quali partecipazioni mantenere e quali dismettere perché non rispondenti ai fini dell’ente, potrà valutare le iniziative assunte dalla giunta e, tenendo presente il ruolo sociale delle partecipate ed il destino delle circa seicento famiglie catanzaresi che in esse trovano sostentamento, formulare i propri indirizzi per meglio esercitare le funzioni di indirizzo e di controllo proprie del Comune. Qualcuno sembra pensare a quella scadenza come ad una sorta di ordalia, di giudizio di Dio. Io penso, invece, che quella riunione del Consiglio possa e debba essere un appuntamento proficuo di riflessione e di lavoro”.