Fresco di stampa il volume “Mi pare si chiamasse. Mancini”
Fresco di stampa il volume "...mi pare si chiamasse...Ma", 300 pagine intense e ricchissime in cui Pietro Mancini, figlio del grande leader socialista, racconta dall'interno, con sottile ironia, tantissime vicende inedite ed eventi e tratteggia, da attento giornalista, i profili di numerosi personaggi.
"Non un monumento al padre - si legge in una nota della Pellegrini editore - che ha molto amato, né un saggio ma un racconto avvincente della lunga attività politica e della vita privata di Giacomo Mancini, dei suoi rapporti, non sempre facili , con il padre e con il figlio, delle belle vittorie, delle tante realizzazioni, dei pesanti attacchi subiti e delle amare sconfitte di un leader politico originale, dalla "schiena dritta" riformatore e grande innovatore e ancora oggi rimpianto, soprattutto nel Mezzogiorno, anche dagli avversari".
Il "Vecchio Leone" è stato sempre socialista, però mai dogmatico, ma inquieto, aperto alle novità, ricco di idee e di intuizioni, con un grande piede nel passato, importante, di suo nonno Giacomo, a Porta Pia, nel 1870, con il Regio Esercito italiano, e di suo padre, Pietro. Un socialista, insomma, di pura razza del secolo scorso che, fino agli ultimi anni della sua esistenza, ha spronato i compagni e gli amici, dopo le pagine buie di Tangentopoli, "a riacquistare un posto nella storia italiana, a far riemergere ideali, mai dimenticati, di cui nessun può privarci"...
E un obiettivo del libro è quello di far uscire Mancini dai confini del Mezzogiorno e dalla Calabria, delineandone le non poche e significative presenze e i segni lasciati nel teatro della grande Politica nazionale e Internazionale. Il modo convincente di onorare la memoria di questo gigante della politica del 1900 è lavorare, ognuno nel proprio ruolo, per costruire una sinistra moderna, riformista, concreta, libera dalle scorie nocive del giustizialismo e del massimalismo".
Il titolo nasce un episodio realmente accaduto legato a Albert Bruce Sabin, lo scienziato che scoprì il vaccino per la poliomielite, degli anni in cui Mancini era ministro della Sanità. In una intervista, Sabin rivelò di una riunione in cui i dirigenti dell'Istituto superiore di sanità non volevano decidere sull'adozione del vaccino: "Poi prese la parola il vostro ministro, un socialista, mi pare si chiamasse Mancini, che disse ai presenti: 'Non sono qui per ascoltare le vostre lagne. Da domani anche l'Italia adotterà il vaccino Sabin'".