Clan di Tivoli, per il Gup c’è l’aggravante del metodo mafioso
Aggravante del metodo mafioso: è quanto ha riconosciuto il giudice Flavia Costantini nei confronti di Luca Cosmo e Santo Morabito, condannati a 19 e 18 anni di reclusione per aver fatto parte di un'organizzazione criminale che, avendo collegamenti con la cosca della provincia di Reggio Calabria, avrebbe gestito il mercato dello spaccio di droga tra Tivoli e Guidonia.
La Costantini ha recepito l’impostazione del pm Francesco Minisci che ha condannato altri due imputati a 8 anni di reclusione per sequestro di persona a scopo di estorsione.
Un altro imputato, accusato di reati minori, ha preferito patteggiare la pena (due anni e 8 mesi) mentre in nove sono stati rinviati a giudizio davanti al tribunale di Tivoli.
Buona parte degli indagati era stata raggiunta lo scorso dicembre da un'ordinanza di custodia cautelare. In quella occasione il procuratore aggiunto Michele Prestipino, responsabile della Direzione distrettuale antimafia di Roma, parlò di "malviventi organizzati con la casa madre, pur stabilmente territorializzati fra Tivoli e Guidonia".