Corigliano, restaurato bollettino vittoria generale Diaz

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Sul lato destro gli stemmi e i nomi delle Città di Trento, Trieste e Fiume intervallati da un elmetto e un fascio littorio; sul lato sinistro quelli di Gorizia, Pola e della Dalmazia intervallati da due baionette e fascio littorio; in calce il nome dell’autore. – Salvare dall’oblio, ricostruire e consegnare a futura memoria l’originalità del messaggio contenuto nei simboli e nei documenti del patrimonio monumentale storico ereditato dal passato. È stato questo l’obiettivo del restauro di una delle 3 riproduzioni del bollettino della vittoria presenti nella Città di Corigliano, presentato e riconsegnato alla comunità, nei giorni scorsi, in una gremita Sala degli Specchi del Castello Ducale. L’intervento di riqualificazione dell’opera è stata curata e donata dalla bottega d’arte del fabbro Antonio Zangaro di Rossano che, insieme al fratello Pasqualino, continua l’antica tradizione della lavorazione del ferro tramandatagli dal padre Raffaele.

Il Sindaco ha particolarmente apprezzato il lavoro fatto da Zangaro ringraziandoli a nome dell’Amministrazione Comunale che consegnerà agli artigiani di Rossano un attestato di encomio. L’evento, promosso nell’ambito della speciale ricorrenza del Centenario della Prima Guerra Mondiale, si inserisce tra le diverse e costanti attività culturali dell’Esecutivo Geraci, fortemente impegnato a promuovere e sostenere, in particolar modo nelle nuove generazioni, la conoscenza della storia ed il recupero degli ideali. Sono intervenuti l’assessore alla cultura Tommaso Mingrone, il Sindaco Giuseppe Geraci, il direttore dell’archivio storico diocesano di Rossano Don Gaetano Federico ed il consigliere comunale Giovanni Torchiaro, che si è occupato, nella sua lunga ed approfondita ricerca tra archivi comunali e documenti storici, di spiegare quando queste targhe arrivarono nella Città di Corigliano, da chi furono commissionate, dove furono custodite e se mantennero i loro elementi originari o se vennero manomesse.

Nel suo intervento Torchiaro ha spiegato che sono 3 o probabilmente 4 le targhe di questo tipo. Oltre a quella restaurata, una, rappresentata da un’unica lamina in bronzo su pannello ligneo, delle misure di 55cmx50, donata dal comune, così come riportato dall’incisione sulla fascetta metallica, è collocata all’interno della scuola elementare di San Francesco; un’altra, di eguale dimensione, nella stanza del Sindaco; una quarta, forse, si trovava in una casa privata.

“Le targhe sono state tutte prodotte a Firenze – ha dettagliato il Consigliere Comunale. Arrivarono a Corigliano molto probabilmente dopo il 1924. Due hanno preso forma dallo stesso calco, l’altra è più grande ed il restauro ne mette in evidenza i caratteri, gli stemmi, i simboli in bronzo, veicoli della propaganda del fascismo e per questo motivo, rimossi o cancellati. In un periodo di dura contrapposizione ideologica – ha aggiunto – particolarmente negli anni ’70, molte targhe furono rimosse o buttate, comunque sparirono, altre vennero danneggiate. Doveva restare valido il messaggio del generale Diaz – ha ricostruito i motivi - e fermo il nostro rispetto ai caduti in guerra, ma il fascio littorio andava eliminato perché esso non c’entrava con la gloria e l’onore della Grande Guerra”.

“Le due targhe fino a tre anni fa erano depositate negli archivi sotterranei del municipio. Delle due, la più grande portava i segni non solo del tempo, che l’aveva scurita come l’altra, ma di una manomissione violenta che ne aveva fatto scomparire i fasci littori sui due lati. Il Sindaco Geraci – ha chiosato Torchiaro esprimendo apprezzamento per l'iniziativa lodevole dell'Amministrazione Comunale – aveva 3 possibilità: lasciarla lì dov’era; far forgiare, così come hanno fatto diversi Comuni, una fascia metallica di sostegno che coprisse questi simboli; o restaurarla, ricostruendone così il valore storico e assicurare ai posteri la conoscenza di questa testimonianza”.

Tra le curiosità emerse dalla ricerca è emerso che il Bollettino, fu in realtà redatto, non da Diaz, ma dal generale Domenico Siciliani, capo dell’Ufficio stampa e propaganda del Regio Esercito, Fratello dello scrittore e giornalista Luigi Siciliani di Cirò.