Qualità della vita: Crotone maglia nera d’Italia ma virtuosa per criminalità
La provincia d’Italia con la migliore qualità della vita? Mantova. Quella dove si vive peggio? Crotone. La sentenza impietosa per la piccola cittadina ionica calabrese arriva dalla classifica annuale stilata da ItaliaOggi-Università La Sapienza di Roma.
Secondo l’indagine - dove la città di Pitagora è piombata all’ultimo posto (110°) - rispetto alle altre province meridionali, Crotone presenterebbe degli “elementi di discontinuità”; Italia Oggi dà comunque qualche speranza per il futuro: “il tenore di vita è accettabile” ribadisce, aggiungendo che “la provincia è addirittura ricompresa nel gruppo delle più virtuose nelle dimensioni criminalità e popolazione”. Responsabili della maglia nera sarebbero dunque gli affari e il lavoro, l’ambiente, il disagio sociale e personale, i servizi finanziari e scolastici, il sistema salute e il tempo libero.
Non va però tanto meglio alle altre province calabresi, anch’esse tra le ultime del Paese: Reggio Calabria si piazza alla 102° posizione, prima ancora c’è Vibo Valentia alla 98°, due posizioni più su Catanzaro (96°) e Cosenza, che è l’unica in salita rispetto al 2015, col 77° posto in graduatoria.
Crotone è preceduta in classifica da Siracusa (in Sicilia). Tra le prime, dopo Mantova, ovviamente, riecco Trento (seconda), che è ha mantenuto il primato, senza interruzioni, dal 2011. Arriva in alto anche Belluno, che è terza. Scivolano, invece, Pordenone (da terza a quarta) e Bolzano (da seconda a ottava).
Sempre in base all’indagine, poi, a deludere sarebbero le grandi aree urbane, che arretrano tutte, rispetto allo scorso anno, “eccezion fatta per Torino (che sale di 6 posti)”. Conferma a questa tendenza il fatto che nelle province con popolazione superiore al milione, in genere, la qualità della vita peggiora; nentre nelle medio-piccole si mantiene stabile o registra un certo miglioramento.
A livello di macro-aree, Nordest e Centro reggono meglio il colpo della crisi, di contro soffre il Nordovest e in particolare il Sud e le Isole, “dove si è persa traccia di quel cluster di province individuato qualche anno fa, nel quale il livello era superiore a quello prevalente nelle altre province meridionali e insulari”.