Appalti con l’appoggio del clan, confiscati i beni a due imprenditori edili
La Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha avviato l’esecuzione di un decreto di confisca, emesso dalla Corte d’Appello del capoluogo e divenuto definitivo a seguito del vaglio della Corte di Cassazione, con il quale è stata disposta l’acquisizione al patrimonio dello Stato delle aziende riconducibili a due imprenditori edili lametini, Davide Orlando e Roberto Piacente, arrestati e condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’operazione “Piana”.
Il provvedimento ha colpito le quote sociali e il compendio aziendale della “Calcestruzzi S. Antonio di Serafino Piacente”, della ditta individuale “Dafram Costruzioni Edili di Caterina Bruno”, diversi beni immobili e mobili registrati e mezzi industriali: il tutto per un valore complessivo stimato in oltre due milioni di euro.
L’ITER GIUDIZIARIO che riguarda i due imprenditore è iniziato nel 2013 con l’ordinanza di custodia in carcere emessa nei confronti di quattro persone, tra cui Orlando e Piacente, ritenute “organiche” alla cosca Giampà di Lamezia Terme.
Dalle investigazioni eseguite dalla Dia, coordinate dalla Procura Distrettuale, è emerso che gli imprenditori sarebbero stati, appunto, referenti del clan e, grazie a soggetti che facevano parte della consorteria mafiosa, avrebbero così ottenuto importanti appalti scavalcando la concorrenza e prevalendo, dunque, su altre imprese. Cosa che gli avrebbe consentito di assicurarsi una quota di guadagni definiti “illeciti” garantendosi anche l’infiltrazione nel tessuto economico di Lamezia Terme.