Consorzio Valle Crati, Miceli (M5S): “inaccettabile il silenzio di Manna”
“Prosegue il disastro alla direzione del Consorzio Valle Crati ma il Comune di Rende sembra non interessarsene, come se il servizio di depurazione e lo stesso depuratore di Coda di Volpe non appartenessero alla città, non fossero essenziali per il rispetto delle norme ambientali e non incidessero sulle tariffe, non a caso sempre salatissime, che i cittadini contribuenti devono corrispondere.” È quanto scrive in una nota Domenico Miceli, componente del Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende.
“Da più tempo il M5S denuncia le gravi irregolarità compiute dall’amministrazione del Consorzio Valle Crati, - aggiunge Miceli -reclamandone con forza la sostituzione e oggi siamo affiancati in questa richiesta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, che ha chiesto una misura interdittiva per uno dei capi di imputazione contestati al Presidente del Consorzio Valle Crati, che è l'abuso di ufficio. Cosa ancora deve succedere per smuovere Manna dall’immobilismo che lo attanaglia e convincerlo a sostenere gli interessi dei cittadini di Rende? Indipendentemente dai risvolti giudiziari che interesseranno il Presidente del Consorzio, infatti, ancora oggi non sappiamo se abbiamo perso o meno i fondi stanziati con la delibera CIPE n. 60 dell’aprile 2012, un finanziamento da 35 milioni di euro che sarebbe fondamentale per le nostre disastrate reti idriche e per un corretto funzionamento del depuratore consortile, mentre gli operai dello stesso non ricevono lo stipendio da tre mesi. Il Comune di Rende, tra l’altro, - prosegue- ancora non ha firmato il contratto di servizio, mentre diversi comuni presilani stanno valutando o hanno già deliberato l’uscita da un Consorzio che da tempo non riesce a garantire un’amministrazione corretta ed efficiente. Eppure abbiamo denunciato al Sindaco Manna la gestione a dir poco dubbia del bando di gara, le gravissime irregolarità, riscontrate dal Comune stesso, rispetto alla modifica statutaria finalizzata alla trasformazione del Consorzio in azienda speciale, le manovre sospette per la costituzione di nuove società interamente partecipate dal Consorzio, la mancata consultazione, per come previsto dalla legge, del Consiglio Comunale, ma niente. Il Comune di Rende ha continuato a difendere questa dirigenza che oggi troviamo indagata per voto di scambio e corruzione. Come potevano mai dar retta al Movimento 5 Stelle, che da sempre chiede di nominare nel consiglio di amministrazione del Consorzio un esperto della materia, assolutamente esterno ed estraneo ai giochi della politica, quale rappresentante del Comune? All’amministrazione Manna non può certo interessare un cambiamento profondo nel modo di intendere il governo di enti chiamati a garantire servizi essenziali per la comunità, con i soldi della comunità e nell’esclusivo interesse dei cittadini, come il M5S auspica da sempre. Adesso però, - aggiunge Miceli - dopo le gravissime notizie apprese dalla Procura della Repubblica, pretendiamo da Manna un intervento immediato di sfiducia della Presidenza del Consorzio. L’1 aprile del 2016 il Comune di Rende rispondeva testualmente alle nostre richieste: “Per ultimo, relativamente allo specifico contenuto dell’interrogazione ed alle richieste di investigare sul Consorzio Valle Crati e sul bando di gara nonché sulle volontà di sfiduciare il CDA del suddetto Consorzio, si ribadisce che vi è una precisa volontà ad acquisire le notizie utili valutando gli aspetti giuridico-formali per come per altro previsto dalle norme che regolano la materie. L’ente si riserva, pertanto, ogni conseguente decisione su quanto sopra descritto.”. Le “notizie utili” adesso sono arrivate direttamente dalla Procura della Repubblica,- conclude - quanto ancora dobbiamo aspettare per le “conseguenti decisioni”?”.