Per nove anni maltratta e picchia la compagna, torna in libertà

Cosenza Cronaca

Il Tribunale di Castrovillari, accogliendo la richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha disposto la revoca della misura degli arresti domiciliari nei confronti di un ventottenne rossanese, V.L.P., già noto agli ambienti giudiziari, che era accusato di maltrattamenti e lesioni ai danni della compagna.

I giudici hanno disposto per il giovane l’obbligo di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna e di mantenere dalla stessa una distanza non inferiore a duecento metri. Nel frattempo, la Corte di Appello di Catanzaro, accogliendo l’atto di gravame formulato dall’avvocato Nicoletti, ha dimezzato la durata della sorveglianza speciale stabilita per il ventottenne dal Tribunale di Cosenza da tre ad un anno e mesi sei.

Il giovane rossanese è accusato di aver maltrattato la compagna sottoponendola a sistematiche vessazioni, con comportamenti violenti reiterati e offese continue, oltre che di aggressioni fisiche che hanno costretto la donna a ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso. Dei fatti la vittima, per paura, non aveva mai sporto denuncia. Sottoposto anche alla sorveglianza speciale, l’uomo era stato sorpreso da un poliziotto mentre, in una via di Rossano, aggrediva la convivente, che era già stata picchiata e minacciata in precedenza e alla quale aveva poco prima sottratto, e con violenza, il telefono cellulare.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna era stata sottoposta a sofferenze fisiche e umiliazioni da parte del giovane per ben nove anni, subendo violente aggressioni per motivi futili e, cosa ancor più grave, anche in presenza della figlia di appena sei anni.

In un’occasione il ventottenne l’aveva aggredita strattonandola per i capelli e colpendola con schiaffi e calci, procurandole lesioni personali, in pratica “ecchimosi sottorbitaria sinistra; escoriazione al gomito sinistro avambraccio destro ed ecchimosi coscia destra”.

Un’escalation acuitasi negli ultimi due anni di convivenza, con l’uomo che, nel corso di uno degli episodi contestati, le aveva procurato la rottura del mignolo della mano destra; in un’altra occasione l’aveva raggiunta sul posto di lavoro con la scusa di parlarle e l’avrebbe prima minacciata e poi gli danneggiò l’auto. Subito dopo l’aveva seguita con una moto mettendosi poi di traverso bloccandole il passaggio; infilata la mano dal finestrino dell’auto della donna, aveva sbloccato le portiere, aperto lo sportello e, afferratala dai capelli, l’ha trascinata fuori dalla macchina e l’ha picchiata.

In quella stessa circostanza, V.L.P. la donna, che opponeva resistenza, era stata trascinata a terra e lì l’uomo gli aveva sottratto il cellulare che aveva nella borsa.