Pcl: dopo il no al referendum, anche a Reggio aggregare i comunisti “coerenti”
Si è svolto, tra lunedì e martedì scorsi, il quarto congresso provinciale del Partito Comunista dei Lavoratori di Reggio Calabria. Dopo la sconfitta del Governo Renzi al Referendum Costituzionale del 4 dicembre, il Pcl ha sentito la necessità di sviluppare la discussione su quella che definisce “una lotta per la democrazia in stretto collegamento a una prospettiva socialista”, con attenzione alla definizione delle “nuove caratteristiche (europee e mediterrane) della questione meridionale, il ruolo della mafia, il collasso di Reggio Calabria”.
La relazione politica del coordinatore provinciale Antonio Messineo, i contributi degli invitati – l’Anpi, il Comitato Democrazia e Costituzione, l’Area Cgil "Il sindacato è un altra cosa" - e gli interventi dei rappresentanti dei diversi nuclei territoriali provinciali, hanno sviluppato una discussione ritenuta fruttuosa con il congresso che si è pronunciato per l'adozione di una legge elettorale proporzionale, per il superamento delle elezioni a doppio livello e richiedendo anche le dimissioni della Giunta Falcomatà “ancor più non credibile dopo la vittoria del No”, affermano dal partito.
“La lotta a tutte le forme reazionarie di populismo (Renzi, Salvini e Grillo) – sostengono dal Pcl - richiede l'aggregazione di tutti i comunisti in un programma centrato sulla costruzione di un governo dei lavoratori nel PCL”.
Intanto, al congresso nazionale di Rimini svoltosi dal 5 all’8 Gennaio, sono stati eletti Demetrio Cutrupi, Francesco De Simone, Pasquale Lazzaro, Antonio Messineo, Pino Siclari. Gli organismi della sezione saranno nominati invece a fine Gennaio.