Belvedere (Associazione Giordano Bruno): “Shoah da ricordare”
"Conoscere il passato per scrivere il futuro. Questo è il significato della celebrazione il 27 gennaio della Giornata della memoria. La storia tragica della Shoah (distruzione in ebraico) si declina in tante immagini. Una di queste viene fissata nel 1933 in una fotografia scattata in un parco pubblico tedesco".
E' quanto scrive Rolando Belvedere, presidente sezione calabrese Associazione nazionale libero pensiero Giordano Bruno. "Sullo schienale di una panchina - continua la nota - era scritto :”Solo per ariani” .Verrebbe da ridere a pensare ai sederi, quelli legittimati e quelli no a posarsi su quella panchina, se dietro questa vessazione, non ci fosse stata la tragedia delle persecuzioni, sfociate nel 1933 con l’avvento al potere dei nazisti nell’eliminazione prima civile e poi fisica degli ebrei. Una volta definiti i connotati del “nemico”. Ma per distruggere il nemico bisogna disumanizzarlo,espropriarlo dei suoi i suoi diritti di essere umano e farlo diventare un subumano. Così sei milioni di ebrei, zingari, disabili e omosessuali furono massacrati, secondo una follia organizzatrice insuperata nei campi di sterminio".
"Lì - aggiunge Belvedere - i deportati lavoravano nelle fabbriche e nelle aziende agricole situate nel territorio circostante. La manodopera appena arrivata veniva marchiata a fuoco sul’avambraccio sinistro e avviata al lavoro se idonea. In caso contrario per i soggetti deboli, gli anziani, le donne e i bambini c’era la camera a gas e dopo il forno crematorio. La sopravvivenza non superava i tre mesi così la manodopera veniva continuamente sostituita con i nuovi arrivi. Fino al 27 gennaio 1945 quando l’Armata Rossa libera Auschwitz. L’antisemitismo è ancora presente tanto che qualche pseudo storico ha la faccia tosta di negare l’Olocausto o ridurlo ad azioni di guerra. Pure nel nostro territorio purtroppo soffia il venticello antisemita e magari da persone che si dichiarano religiose. A loro e ad altri, va ricordato che troppi orrori nella storia sono stati perpetrati con la motivazione religiosa. In fin dei conti sulle fibbie delle cinture delle SS non era scritto Gott mit uns ? Cioè Dio è con noi. La recente proposta di beatificare Pio XII fa discutere il mondo ebraico e cristiano, per il silenzio della Chiesa di fronte alle leggi razziali tedesche e italiane. E ancora di più nel dopoguerra, quando centinaia di criminali nazisti fuggirono in Sudamerica con l’aiuto del Vaticano".