Corigliano-Rossano. Con la fusione dei comuni più welfare e servizi

Cosenza Attualità

"Fusione, welfare e parità di genere, la terza costituenda città della Calabria che, come noi ci auspichiamo, dovrà nascere dall’unione dei due comuni di Rossano e di Corigliano non potrà che rappresentare un contributo notevole all’innalzamento complessivo della qualità della vita, attraverso il potenziamento di tutti i servizi sociali, a partire dalla creazione e dal rafforzamento di efficaci reti di conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Sono anche e soprattutto, queste, la attese riposte in questa straordinaria opportunità per le nostre comunità e per il territorio dalle donne e in generale dalle nuove generazioni dell’Area Urbana".

È, questo, l’augurio ed al tempo stesso l’appello che Rosellina Madeo, Presidente del Consiglio e membro del Consiglio delle Autonomie Locali trasmette ai rappresentanti istituzionali e politici delle due città, in occasione del 72esimo anniversario del suffragio universale in Italia (il 1 febbraio 1945, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconosce il voto femminile).

"Il percorso verso la democrazia paritaria – prosegue – è ancora tutto in salita, soprattutto alle nostre latitudini. La percentuale di donne inattive resta molto alta. È difficile lavorare in assenza di un welfare che tuteli la famiglia. Per sostenere questa importante fascia sociale le istituzioni, soprattutto quelle locali, devono promuovere l’accesso nel mondo del lavoro e sviluppare una rete di sostegno all’infanzia e all’attività di cura".

"La vera sfida che dobbiamo vincere insieme ed alla quale mi auguro possa offrire un importante contributo il progetto in corso di fusione tra Rossano e Corigliano è – va avanti – quella di creare delle reti di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare per permettere ad ogni donna di vivere al meglio la sfera pubblica e quella privata, senza discriminazioni. Se, da un lato – aggiunge la Presidente dell’Assise Civica– è stata fatta tanta strada, dall’altro, è vero anche che tanta ancora se ne dovrà fare. Purtroppo, ancora oggi, molte donne che rientrano dalla maternità hanno difficoltà a lavoro. In molti ambiti l’accesso alle donne è negato".

"L’Italia è seconda solo a Malta per percentuale di donne inattive, cioè una su due, pur essendo in età da lavoro, è fuori dal mercato, con un tasso di inattività di 20 punti superiore a quello degli uomini. Dobbiamo renderci protagonisti locali – conclude la Madeo – di una inversione di tendenza, non solo ovviamente nel campo della politica, rivendicando che lo Stato sostenga il talento, l’impegno e il coraggio delle donne".