“Due si per il lavoro”, al via la campagna referendaria della Cgil
“Due si per liberare il lavoro”. Con un forte slogan e il lancio di palloncini si è aperta oggi la campagna referendaria promossa in tutta Italia dalla Cgil per l’abrogazione dei voucher e per la responsabilità solidale in materia di appalti. Dopo la decisione della Consulta sull’ammissibilità e la costituzione del “Comitato per il Sì” ai due referendum popolari per il lavoro da oggi partirà una campagna per portare al voto gli italiani entro il 15 giugno. La Cgil di Catanzaro-Lamezia, in concomitanza con tutte le piazze italiane, si è riunita in piazza Prefettura per far conoscere ai cittadini le motivazioni del referendum. A introdurre la manifestazione, sostenuto da un fitto volantinaggio, è stato Raffaele Mammoliti Segretario Generale Cgil Catanzaro: «Chiediamo a gran voce – ha dichiarato - che il governo stabilisca al più presto la data per dare la possibilità ai cittadini di pronunciarsi in merito ai nostri quesiti. Questo è solo l'inizio di una lunga marcia verso il traguardo del quorum. A partire da oggi inizieremo una campagna informativa capillare attraverso assemblee sui luoghi di lavoro, assemblee pubbliche, volantinaggio, con l'obiettivo di coinvolgere pensionati, precari, lavoratori, disoccupati sulle ragioni della nostra proposta». Alle 12 poi il lancio dei palloncini, avvenuto in tutta Italia alla stessa ora come simbolo dell’avvio dell’iniziativa. A conclusione della manifestazione l’intervento di Daniele Carchidi, Segretario Regionale Cgil Calabria « Un primo grande traguardo – ha detto - è stato raggiunto dalla Cgil, riportare al centro del dibattito politico nazionale il lavoro. L'agenda politica del governo ha tralasciato da tempo i problemi della gente, incentrandosi in un confronto sterile che ha dimenticato le ragioni del lavoro. Coinvolgendo milioni di lavoratori che hanno sostenuto con le loro firme le ragioni dei nostri quesiti abbiamo riportato l'attenzione sulle tematiche del lavoro. Ma questo è solo l'inizio, chiediamo al governo di fissare subito la data per i referendum».