Sabato l’inaugurazione dell’abside nella Chiesa di Santa Maria del Divin Soccorso
Sabato prossimo, 25 marzo, alle 18, presso la Chiesa di Santa Maria del Divin Soccorso di Reggio Calabria, si terrà la solenne inaugurazione e benedizione del nuovo abside del sacro edificio.
L’importante momento verrà scandito da una celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Salvatore Nunnari, già vescovo di Cosenza, e dal parroco mons. Giorgio Costantino. Il presidente delle Muse, Giuseppe Livoti insieme alla vice presidente Teresa Polimeni Cordova, che collaborano da anni con le varie attività della parrocchia organizzando in sinergia la Messa degli artisti a Natale ed a Pasqua oltre alla tradizionale processione della sacra statua della Madonna del Soccorso, che sosta presso la sede del sodalizio reggino il primo martedì del mese di settembre, per l’occasione consegneranno a nome dell’associazione una targa a Mons. Giorgio per la sua attività apostolica.
Nella presentazione e descrizione di questa importante opera Livoti in qualità di critico d’arte così scrive: "La storia dell’arte religiosa contemporanea della provincia di Reggio Calabria accoglie il mosaico della Madonna del Soccorso all’interno di uno degli edifici di culto che identificano nuove esemplificazioni di costruzione liturgica nella seconda metà del Novecento”.
Era il 1969 e, su progetto dell'Arch. Anna Sbaraccani Anastasi con l’idea del cemento e del mattone a faccia vista, minimale ed essenziale nella struttura e nel decoro, Reggio Sud si arricchì di una nuova chiesa che sostituiva le precedenti andate distrutte dai vari terremoti. Su idea, proposta e completa realizzazione economica di Mons. Giorgio Costantino, il mosaico del Soccorso, opera di Don Giampiero Arabia, esemplifica e riunisce l’idea che oggi l’arte ha, quella della poesia visiva coniugando la Parola e l’Immagine.
L’artista ha trasposto, in un grande momento compositivo i versi scritti da Mons. Costantino in cui si evince il sostegno di una grande Madre che consola, sostiene, guida e … soccorre. La modernità dell’opera realizzata con l’ausilio del tessuto operativo delle tessere musive sta nella sua lucentezza e nell’elemento cromatico in cui richiami impressionistici e sovrapposizioni geometriche, piani sfalsati e sovrapposti costruiscono una memoria emotiva, umana e sociale. Tasselli aurei si rifanno ai colori della terra e a quelli del Mediterraneo.
“Umano e divino – aggiunge Livoti - così si ritrovano al centro della scena, mentre alla destra di Maria – Madre, si identifica il porto di Reggio Calabria, luogo di arrivi da parte degli ultimi alla ricerca dell’approdo sicuro che è la nostra Italia. La Madonna nella semplicità iconografica e nell’immanenza del Figlio assiso tra le sue braccia guarda, accoglie ed è circondata dagli ultimi, dalle povertà contemporanee e dalla santità di Francesco da Paola “Celeste Patrono presso Dio della Calabria”, colui il quale per primo attraversa lo stretto di Messina sul proprio mantello, che funge da scafo e da vela, sostenuta dal suo bastone, in compagnia di un frate".
Tanti uomini e donne compongono la scena tra sguardi persi, occhi ricchi di storia, abiti del passato, del presente e gestualità dal richiamo struggente. Con la consegna del grande mosaico e con il restyling conservativo della facciata esterna ed interna del Soccorso assistiamo ad un momento storico contemporaneo poiché tale realizzazione diviene patrimonio architettonico autentico manifestando non solo l’attento operato dell’illuminato mons. Giorgio che conferma ancora una volta come l’arte può e deve avvicinare a Dio, ma anche come il bello aiuta la comunità ad amare la propria appartenenza, la propria storia, il proprio ambiente.
In questo caso l’arte ha riprodotto ciò che è visibile, lo ha reso esteticamente ed eticamente messaggio aperto, dimostrando che la comunicazione artistica è educazione alla bellezza stessa ed esprime le aspirazioni spirituali dell’umanità, quelle che noi tutti vorremmo ci fossero sempre e quella emotività che le immagini creano nell’osservatore tra stupore, meraviglia e fede.