Barbaro (Anga): Aeroporto Reggio, la soluzione Alitalia è una presa in giro

Reggio Calabria Infrastrutture
Giuseppe Barbaro

La scelta di Alitalia sull’aeroporto di Reggio Calabria potrebbe sancire, di fatto, la chiusura del Minniti; il che sarebbe una “pagina triste”, l’ennesima, che ha “il sapore di un epilogo, di una storia fatta di disamministrazione, disattenzione, sciatteria istituzionale”.

La pensa così Giuseppe Barbaro, presidente Regionale dell’Anga-Calabria, Giovani di Confagricoltura, secondo cui una politica lungimirante “ed autenticamente attenta alle esigenze del territorio”, dice, “non avrebbe dovuto consentire che si giungesse a questo punto; una politica orgogliosa del proprio ruolo e consapevole dei suoi doveri avrebbe dovuto programmare bene e per tempo”.

Secondo Barbaro anche la soluzione individuata con pochi voli a settimanae – afferma - ad orari che nulla hanno a che vedere con le esigenze di chi si muove non per vacanza ma per bisogno, necessità o lavoro, rappresentano l’ennesima presa in giro”.

“Di chi è la colpa?” sin chiede allora il rappresentante di Anga, ribadendo che a suo dire l’Alitalia “non è certo meritevole di considerazione sotto il profilo imprenditoriale ma è comunque sorprendente l’affermazione con la quale ha precisato che ‘per oltre un anno la Compagnia ha ripetutamente cercato di trovare un’intesa con le autorità locali e regionali’. Ergo le responsabilità riguardano chi, per ruolo e funzioni, dovrebbe invece operare quotidianamente per tutelare e difendere il diritto alla mobilità dei cittadini, le aspettative di crescita turistica, le potenzialità delle imprese”.

Per Barbaro, dunque, ciò che sta accadendo “è inqualificabile, un intero territorio viene di fatto privato di un’importante e strategica infrastruttura proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno dell’opposto e cioè di gestirla bene, rilanciarla ed aprire nuove prospettive di crescita; a pagarne il conto sono come sempre i cittadini, le imprese turistiche e quelle agroalimentari. Che senso ha – si chiede ancora - credere ed investire nelle produzioni agroalimentari, unire la nostra dimensione agricola a quella turistica, costruire percorsi di valorizzazione territoriale, promuovere la nostra identità collegata ai fasti di un’impareggiabile storia archeologica se poi tutto questo nostro sforzo viene ripagato con tanto ed inqualificabile disinteresse”.

“Che senso ha – prosegue - spronare i giovani ad investire le proprie competenze ed il proprio entusiasmo nel settore agroalimentare se poi, dalla sera alla mattina, li si relega in un territorio di fatto irraggiungibile?” “Che senso ha non rendersi conto di quanto potenzialmente pregiudicato sia il diritto alla mobilità di noi tutti soprattutto quando si considerano, ad esempio, altri elementi come la condizione dell’aeroporto di Crotone e come la sospensione dei voli per Roma da Lamezia ad opera di Ryanair (con l’ultimo volo effettuato nella giornata di sabato)?”

I giovani imprenditori agricoli di Confagricoltura manifestiamo quindi il loro sdegno rispetto a ciò che definiscono come una “ennesima mortificazione del territorio calabrese” e dicono da subito che stanno programmando “ogni utile iniziativa di protesta e rivendicazione a difesa delle nostre aziende e del sistema agroalimentare calabrese”.