Omicidio Panzarella, chiesto ergastolo per presunto assassino

Catanzaro Cronaca

Una condanna all'ergastolo con le pene accessorie del caso e l'isolamento diurno dell'imputato è stata chiesta oggi dalla pubblica accusa nel processo a carico di Giuseppe Fruci, 39enne, imputato per l'omicidio pluriaggravato di Santo Panzarella, 29enne lamentino scomparso l'11 luglio del 2002 a Curinga. Il pubblico ministero Gerardo Dominijanni ha avanzato la sua richiesta di pena al termine della requisitoria, nel corso della quale ha ricostruito le fasi della lunga e delicata indagine che ha portato al ritrovamento di un unico osso del cadavere di Santino, e poi all'incriminazione di Fruci, sottolineando come precise e affidabili si siano dimostrate le indicazioni del pentito che ha consentito di ritrovare in un affluente dell'Angitola i resti della vittima ed ha indicato i suoi carnefici, sgomberando cosi' il campo da dubbi che quella clavicola possa non essere di Panzanella. L'affermazione della responsabilita' dell'imputato e' stata invocata con una memoria anche dagli avvocati Vincenzo e Antonio Battaglia, che rappresentano la parte civile, e cioé Angela Donato, la "madre coraggio" che per anni si e' battuta in ogni sede - compresa la trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" - perche' fossero riprese e portate avanti le indagini sulla scomparsa del figlio, che lei stessa aveva tentato di svolgere personalmente. Al termine della mattinata i giudici della Corte d'assise di Catanzaro (presidente Giuseppe Neri) hanno aggiornato l'udienza al pomeriggio, quando la parola passera' all'avvocato Francesco Gambardella, difensore di Fruci. Al ritrovamento dei frammenti ossei che apparterrebbero a Santino in un preciso corso d'acqua, dove Panzanella sarebbe stato abbandonato dopo l'omicidio, gli investigatori della Polizia giunsero grazie alle dichiarazioni autoaccusatorie di Francesco Michienzi, il giovane pentito che, crollato sotto il peso insopportabile di aver assistito al massacro dell'amico fraterno, consenti' di ritrovarne i pochi resti anni dopo. Lo stesso Michienzi e' stato poi imputato per favoreggiamento aggravato, e condannato a 10 mesi di reclusione il 3 luglio del 2009, quando Tommaso Anello e Vincenzino Fruci, coimputati per l'omicidio di Santino, sono stati assolti "per non aver commesso il fatto" al termine dei giudizi abbreviati.
Le indagini del caso ebbero una svolta proprio a seguito delle dichiarazioni di Michienzi, il quale spiego' che la condanna a morte di Santino fu decisa per via della relazione del giovane con la moglie di Rocco Anello, ritenuto il capo dell'omonima cosca di Filadelfia (Vibo Valentia).