Garante dei detenuti, i radicali continuano lo sciopero della fame
I radicali Giuseppe Candido e Rocco Ruffa proseguono la lotta non violenta attraverso la forma del digiuno a staffetta per dialogare con il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e chiedere di mettere subito in discussione il progetto di legge regionale per l'istituzione del Garante regionale delle persone private della libertà.
Lo si apprende da una nota di Candido, militante del Partito Radicale che ricorda che, "anche questa settimana", farà "un giorno di digiuno (sabato), di sciopero della sete e di contemporanea autoriduzione insulina, in sostegno al digiuno di 4 giorni alla settimana fatto da Rocco Ruffa (che un giorno dei quattro lo fa anche di sciopero della sete) per chiedere al presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto e al consiglio regionale tutto, di discutere subito (e approvare) in progetto di legge regionale n. 10/34^ per l'istituzione del garante regionale delle persone privata della libertà personale".
La lotta non violenta portata avanti dai due esponenti del partito di Marco Pannella è sostenuta dalle condizioni di vita nelle dodici carceri calabresi (sovraffollamento di alcuni istituti, carenze croniche di agenti ed educatori, carenze di lavoro e di accesso alle cure, all'istruzione e ad altre attività rieducative) rilevata da Candido e Ruffa nelle diverse visite effettuate in tutte e dodici le carceri della regione e i cui report sono stati pubblicati, di volta in volta, sul sito dell'associazione "non mollare", almcalabria.org.
I Radicali sottolineano che, quello di cui chiedono urgentemente la discussione in Consiglio Regionale con il loro digiuno a staffetta "è un progetto di legge presentato e definito urgente dallo stesso presidente Irto quasi due anni fa - il 13 maggio 2015 - quando ancora non era stato eletto presidente e che si è arenato in prima commissione dal 30 giugno dello stesso anno".
Per questo, proseguono, "anche dopo la marcia di Pasqua organizzata dal Partito Radicale per l'amnistia tenutasi a Roma la scorsa domenica di Pasqua, in Calabria, non mollano la lotta nonviolenta per il Garante dei detenuti perché è la forza e l'amore per la verità che ci anima".