Primo Maggio, ha ancora senso? Docenti: la speranza è nei giovani e nella cultura
“Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l'interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de' sensi; e un'accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell'avvenire, naturalmente è portata a quell'esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa".
Così nel 1903, Ettore Ciccotti, storico e docente e politico italiano, nell’ormai lontano 1903, ha espresso il proprio pensiero sul significato della Festa del Lavoro. Ma qual è oggi il significato di questa ricorrenza? È la domanda che si pone, nella ricorrenza, Elisabetta Barbuto, del Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani chiedendosi inoltre se oggi, ancora, la gente può gioire delle prospettive dell’avvenire poiché “naturalmente portata a quell’esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa?”
Sebbene nelle difficoltà che scaturiscono dal difficile momento in cui viviamo, il coordinamento crede di sì. “Vogliamo credere di sì. Vogliamo credere - sostiene Barbuto - che la festa del Primo Maggio sia ancora un momento di riflessione importante sul lavoro, oggi costituzionalmente riconosciuto come base fondante della democrazia oltre che un forte segno di speranza nel futuro, in un futuro laborioso, in un futuro in cui le giovani generazioni possano riscoprire l’orgoglio di essere cittadini italiani ed europei”.
Pe il Coordinamento questa speranza nasce e si consolida nel lavoro costante che migliaia di docenti, ogni giorno, svolgono nelle loro classi, pazientemente e silenziosamente, con i loro alunni vedendoli crescere, anno dopo anno, e contribuendo in maniera importante alla scelta della loro futura attività che darà impulso al progresso materiale e spirituale della società.
“Presupposto imprescindibile di tale scelta - aggiunge Barbuto - è, infatti, il patrimonio culturale che i giovani acquisiscono a scuola, patrimonio oggi più ricco e completo anche grazie alla decisione strategica e fondamentale, di consentire loro, tramite l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro, le prime timide, ma entusiastiche esperienze in campo lavorativo, nel rispetto del riconoscimento del diritto al lavoro e nella promozione delle condizioni che lo rendano effettivo.”
Il Coordinamento dei Docenti Diritti Umani, i cui membri sono impegnati quotidianamente nell’opera di diffusione della cultura della legalità, vuole pertanto prendere parte a questa Festa auspicando che il lavoro registri sempre meno precarietà; che vi sia un costante aumento dell’occupazione, in particolare giovanile; che ogni cittadino possa trovare nel lavoro una soddisfazione umana, personale e familiare, che gli consenta di contribuire in maniera proficua alla crescita e al progresso materiale della società; che, infine, tutte le forze di Governo, sappiano cogliere ed incontrare le esigenze vitali dei lavoratori proseguendo, sempre e con energia, a profondere tutti gli sforzi per promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro.