Costretta in casa, senza cellulare, picchiata e maltrattata: scappa e chiama la polizia
Un’altra storia di violenze fisiche e morali, di maltrattamenti ripetuti nel tempo, tanto che la vittima - ancora una volta una donna - ha riportato diverse contusioni al viso e sul corpo, finanche un trauma cranico, sebbene leggero.
L’epilogo tra ieri ed oggi. Il suo convivente inizia dal tardo pomeriggio di venerdì: le solite prepotenze, poi la obbliga a restare con lui durante la notte, le toglie il telefono cellulare e le impedisce di andar via. Nella mattinata successiva la donna, dopo che l’uomo si è finalmente addormentato, riesce a scappare: ferma un automobilista per strada, gli chiede un passaggio e trova rifugio a casa della madre.
Ma non è ancora finita: il convivente, svegliatosi e accortosi che lei non è in casa, la rintraccia fin nell’appartamento della mamma, dove iniziava a minacciarla di morte e a lanciare pietre verso il balcone: poi cerca anche di sfondare il portone di ingresso.
È a quel punto che la vittima chiama il 113 e subito sul posto arriva una pattuglia della polizia: l’uomo si spaventa e fugge venendo rintracciato, nel pomeriggio, presso la Stazione Vaglio Lise, in procinto di prendere un treno per Paola.
Per gli investigatori non ci sono dubbi: gli elementi raccolti - che delineano un quadro probatorio chiaro e preciso - portano così all’arresto dell’uomo, G.P., 32enne cosentino con precedenti di polizia per stupefacenti. L’accusa è di violenza privata e maltrattamenti in famiglia; per lui si spalancano le porte del carcere, così come disposto dal Pm di turno.