Bomba in Procura a Reggio, Magistrati ottimisti: c’è una pista
I Carabinieri seguono piste precise nell'ambito delle indagini relative allo scoppio dell' ordigno depositato dieci giorni fa davanti alla sede della Procura generale di Reggio Calabria. Tanto da lasciar intravedere un certo ottimismo nei magistrati catanzaresi che, da ieri, si occupano del caso, dopo che i colleghi di Reggio Calabria hanno trasmesso loro il fascicolo per competenza. E' quanto si e' potuto registrare oggi, al termine del vertice che si e' tenuto negli uffici della Procura della Repubblica di Catanzaro, cui hanno preso parte il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, l'aggiunto Salvatore Murone, il comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri di Reggio Calabria, colonnello Pasquale Angelosanto - accompagnato dai suoi ufficiali, tra i quali il maggiore Gianluca Vitagliano, del Reparto operativo, ed il capitano Palmieri -, ed il maggiore Giovanni Sozzo, del Ros di Catanzaro. "Ci muoveremo in perfetta continuita' rispetto a quanto gia' avviato ottimamente dai carabinieri di Reggio Calabria - ha detto il procuratore, che coordina le attivita', dopo l'incontro info-investigativo durato circa due ore -, i quali stanno lavorando alacremente e significativamente, con le idee ben chiare. Sono fiducioso che presto si possa fare piena luce su quanto e' accaduto" ha aggiunto Lombardo, che tuttavia si e' trincerato dietro al massimo riserbo rispetto all'indirizzo delle indagini.Lo stesso riserbo tenuto dal suo aggiunto Murone, titolare del caso, passato all'Ufficio catanzarese per via del fatto che i magistrati reggini figurano quali parti offese di quello che e' stato inquadrato senza ombra di dubbio come un gesto intimidatorio per quell'Ufficio. "Attentato a corpo giudiziario" e' infatti l'ipotesi di reato per la quale si procede, allo stato a carico di ignoti. "Abbiamo ricostruito il quadro generale dei fatti - ha spiegato Murone -, ed analizzato tutti gli elementi gia' acquisiti, che consentono di fare le ipotesi da vagliare e provare". Cio' che risulta certa e' la matrice di 'ndrangheta dell'intimidazione, e questo, assieme ad altri fatti che in passato hanno interessato Reggio Calabria, "conferma un'attenzione 'illecita' per gli Uffici inquirenti di quella citta'" ha concluso il procuratore aggiunto. Non a caso i magistrati reggini saranno sentiti dai colleghi dell'Ufficio di Catanzaro, anche se gia' tra la documentazione giunta alla Procura del capoluogo calabrese figura la relazione stilata dal procuratore generale di Reggio, Salvatore Di Landro, che ha messo nero su bianco le proprie indicazioni circa il "cambio di indirizzo" adottato nella lotta alla criminalita' organizzata indicando anche le attivita' dell'Ufficio cui la grave intimidazione potrebbe essere in qualche modo connessa. Per il resto le indagini proseguono su piu' fronti, e soprattutto con l'attenta analisi dei diversi filmati registrati sul luogo dell'attentato, mentre i militari del Ris sono ancora a lavoro per gli accertamenti sui materiali utilizzati per l'intimidazione e su tutto quanto prodotto a seguito dei rilievi effettuati, di cui forniranno man mano i risultati ai carabinieri che continueranno ad operare sul territorio in continuo contatto con i magistrati catanzaresi.