Mafie e corruzione, in Vaticano si pensa alla scomunica
Giro di vite in Vaticano. Perché l’annuncio fatto in Calabria da Papa Francesco sta diventando realtà. La Santa sede sta infatti studiando un decreto per scomunicare le persone per corruzione e associazione mafiosa. Per il momento non esiste alcun decreto, ma una cosa è certa: il Vaticano sta preparando un vero e proprio studio.
Il gruppo di lavoro che ha dato vita al Seminario sulla corruzione Oltre Tevere nei giorni scorsi "sta provvedendo all'elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative. Tra queste, si segnala al momento la necessità di approfondire, a livello internazionale e di dottrina giuridica della Chiesa, la questione relativa alla scomunica per corruzione e associazione mafiosa". Alla riunione hanno inoltre partecipato quattro magistrati italiani: il presidente dell'anticorruzione Cantone, il capo della Dia Roberti, il procuratore capo di Roma Pignatone e il suo aggiunto Prestipino.
Era il 21 giugno 2014, e Papa Bergoglio nella piana di Sibari aveva “escluso” i mafiosi dalla Chiesa. Il Santo padre aveva infatti esplicitato la scomunica dicendo: "quando non si adora Dio si diventa adoratori del male. La 'ndrangheta è adorazione del male. E il male va combattuto, bisogna dirgli di no. La Chiesa deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. I mafiosi sono scomunicati, non sono in comunione con Dio".