Fiumi di droga da Spagna e Panama, 54 arresti: sequestrato stupefacente per 1,3 miliardi di euro
54 le persone indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, traffico e detenzione illegale di droga con l’aggravante delle modalità mafiose.
È questo l’esito dell’indagine che ha portato stamani a far scattare un blitz, denominato operazione “Tempio 2014”, condotto dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma in collaborazione della Guardia Civil Spagnola, che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, tra Roma, appunto, e Spoleto, Rieti e Lecce ma anche a Reggio Calabria, così come all’estero, in particolare in Spagna e a Panama.
Tra i membri dell’organizzazione anche un calabrese, Francesco Filippone, stabilitosi da tempo nella Capitale e considerato contiguo alla ‘ndrina Filippone-Bianchino-Petulla, attiva tra Cinquefrondi e Melicucco, nel reggino, e federata ai Bellocco di Rosarno.
L’OPERAZIONE, che è ancora in corso con arresti e perquisizioni, nasce da un’indagine condotta dal Nucleo investigativo capitolino che avrebbe individuato una presunta associazione che gestiva il traffico di stupefacenti e attiva nel quartiere romano di Montespaccato e dove, secondo quanto emerso dalle investigazioni, la struttura criminale avrebbe imposto la sua egemonia nel traffico di grossi quantitativi di cocaina, marjuana ed hashish.
Un altro gruppo criminale sarebbe stato attivo, invece, nei quartieri di Torrevecchia, Primavalle, Casalotti e Borgata Ottavia, sempre nella Capitale.
Nel corso delle indagini sequestrati quintali di droga arrivati in Italia nascosti all’interno della struttura metallica di particolari macchinari: il valore dello stupefacente intercettato sul mercato valeva la stratosferica cifra di oltre un miliardo e trecento milioni di euro.
IL RUOLO DEL CALABRESE
Al vertice dell’organizzazione secondo gli inquirenti vi sarebbe stato Costantino Sgambati. Tra le persone in contatto con quest’ultimo i fratelli Marco, Milko e Ivan Giannini, ritenuti attivi nel narcotraffico capitolino, e legati a loro volta a Francesco Filippone.
A maggio 2015 vennero già sequestrati 578 kg di cocaina, per un valore appunto di 1,3 miliardi, che sarebbero stati importati dall’Ecuador proprio da Filippone e destinati al mercato italiano ed internazionale. Gli investigatori hanno tenuto sotto controllo costante gli incontri dei fratelli Giannini e di Filippone arrivando così ad identificare altre persone ritenute coinvolte, come Daniele Chiappetta, che secondo la tesi degli inquirenti sarebbe stato il responsabile dello spaccio della droga consegnatagli da Filippone
Un altro calabrese, poi, ha attirato l’attenzione degli investigatori: Pasquale Furuli, all’epoca dei fatti reggente della cosca “Bellocco” di Rosarno e che era in contatto con Filippone, i fratelli Giannini e con Mirko Pacini, anch’egli ritenuto inserito nei contesti romani del narcotraffico.
Durante le indagini, inoltre, si è ricostruito un tentativo - tra il febbraio e il maggio del 2015 - per importare nel nostro paese un carico di 15 kg di cocaina da parte di Marco Giannini, Mirko Pacini e Pasquale Furuli che avrebbero incontrato dei narcotrafficanti spagnoli e colombiani per acquistare la droga.
Una operazione importante anche dal punto di vista economico che avrebbe richiesto non solo l’intervento dei tre interessati, legati al gruppo di Filippone, ma anche di altri soggetti che si ritiene gravitassero nell’ambiente del narcotraffico romano, tra cui Giuseppe Criscuolo ed il figlio Giuseppe jr., Ugo Di Giovanni, Andrea Masocco, Marco Mazzoni e Pietro Zanganelli.