Addio a Stefano Rodotà, scompare uno dei più importanti giuristi del Paese
Era nato a Cosenza 84 anni fa, in piena epoca Fascista, dal padre di origine albanese, insegnante di matematica, che dava ripetizioni al futuro leader socialista Giacomo Mancini.
Stefano Rodotà, classe, 1933, è morto oggi: giurista raffinato e politico appassionato ha vissuto da protagonista la vita pubblica italiana con la sua visione laica sui grandi temi del Paese.
Si laureò in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, poi l’avvio del percorso politico: l’iscrizione al Partito Radicale di Mario Pannunzio. Divenne deputato nel 1979 come indipendente nelle liste del Pci, il Partito Comunista Italiano, ricoprendo il ruolo di membro della commissione Affari Costituzionali.
Rieletto nel 1983 fu presidente del gruppo parlamentare della Sinistra Indipendente. Nell’89 partecipò alla prima e alla seconda Commissione bicamerale per le riforme istituzionali e nello stesso anno fu ministro della Giustizia nel governo ombra creato dal Pci di Achille Occhetto. È stato anche il primo Garante della Privacy.
Nel 2013 il Movimento 5 Stelle lo candidò alla presidenza della Repubblica; con i grillini sostennero il suo nome anche alcuni pezzi del centrosinistra: alla fine fu eletto Giorgio Napolitano, ma Rodotà portò a casa, comunque, un numero importante di voti.
LE REAZIONI
“Un figlio della città di Cosenza che ha dato lustro alla terra natia con i suoi valori migliori”: così il sindaco del capoluogo bruzio che diede i natali al giurista e costituzionalista. Mario Occhiuto ha espresso il cordoglio anche della Giunta e dell'intera comunità affermando che con “Rodotà il nostro Paese perde un eccelso giurista, un punto di riferimento capace di analisi equilibrate e nel contempo lungimiranti, un uomo che ha saputo attraversare con garbo distintivo anni cruciali della società e della politica italiane. Ma la città di Cosenza, oggi, piange soprattutto un suo figlio che ha dato lustro al territorio di origine diffondendone i valori culturali più positivi e profondi”.
“Un grande giurista, un politico appassionato ma, soprattutto, un uomo che ha dedicato una vita intera per difendere i diritti e la legalità: punto di riferimento per il nostro Paese che continuerà ad esserlo anche per le future generazioni”. Così il ministro dell'Interno Marco Minniti ha espresso il suo cordoglio.