Caporalato. Blitz in otto regioni, setacciato anche il vibonese
Una lotta senza quartiere quella che la polizia di stato ha avviato nei confronti del caporalato. Undici le province passate al setaccio in otto regioni del Paese dal 17 al 22 luglio scorsi. 50 le aziende ispezionate. In Calabria setacciato il vibonese, così come nel resto d’Italia le province di Agrigento, Forlì-Cesena, Latina, Lecce, Matera, Ragusa, Salerno, Siracusa, Taranto e Verona
Alle operazioni hanno preso parte, oltre alle squadre mobili, anche i reparti Prevenzione crimine e i Gabinetti regionali di polizia scientifica e gli uffici di altre amministrazioni, come gli Ispettorati territoriali del lavoro.
Accertata l'inosservanza delle norme relative ai pagamenti dei contributi lavorativi e previdenziali ma anche il rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. In alcuni casi si è verificata l’eventuale attività illecita dell’intermediazione tra la domanda e l'offerta, compiuta, appunto, dai caporali.
Una prima fase dell’operazione era stata già avviata alla fine di giugno ma questa volta si è allargato il cerchio passando da 6 a 11 province e da 6 a 8 regioni controllate. Diversi gli arresti eseguiti nel complesso: tre a Ragusa dove altrettanti italiani sono accusati di aver costretto alcuni braccianti a lavorare in turni di 12 ore per 30 euro al giorno.
Per sfruttamento della manodopera altri arresti a Latina mentre nel materano denunciati tre individui e comminate sanzioni per 14 mila euro; altre da 69 mila e 25 mila ciascuna sono scattate nell’agrigentano e nel veronese.
Considerata anche la prima fase dell'operazione, in totale sono state controllate 867 persone e 76 aziende, quattro le attività sospese; arrestate inoltre 10 persone e 24 quelle denunciate.