Crotone. Prefetto De Vivo saluta e ringrazia la città
Riceviamo e pubblichiamo
"Tra qualche giorno lascerò, dopo due anni e sette mesi, la Prefettura di Crotone e quindi desidero rivolgere un caloroso saluto a questa bella e tormentata terra della Calabria, nella quale ho avuto modo di svolgere con piacere il mio ruolo di rappresentante del Governo sul territorio.
Quando si lascia un incarico si è soliti tracciare dentro un bilancio del proprio operato.
Non credo che sia opportuno nella circostanza, anche perché se sia stato un buon Prefetto o meno, se abbia deluso o meno le aspettative in me riposte all'atto dell’insediamento, lo lascio al giudizio di coloro che hanno avuto la cortesia di seguire l’attività dell’Ufficio da me diretto.
Sento, ora, di dover ringraziare pubblicamente in primo luogo lo staff dirigenziale ed i dipendenti dell’Ufficio Territoriale del Governo della provincia di Crotone, cui va tutto il mio plauso per aver fattivamente collaborato anche se in condizioni di grave sofferenza di organico e sempre in emergenza.
Un grato pensiero al personale dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, del quale ho avuto modo di apprezzare la competenza e l’abnegazione dimostrate in molte occasioni di criticità e di emergenza.
Un sentito ringraziamento al mondo sindacale, per la correttezza e la proficuità dei rapporti intrattenuti nelle più diverse occasioni.
Una notazione a parte mi preme rivolgere a tutti gli operatori del terzo settore e alla chiesa locale con il suo padre Arcivescovo, motore di tante iniziative che nel silenzio e nella riservatezza sostengono concretamente tutta la fascia di popolazione afflitta da gravi difficoltà economiche.
Il mio saluto va a tutta la magistratura, ordinaria e amministrativa, all'avvocatura distrettuale, ai responsabili degli uffici statali e parastatali operanti in questa provincia, agli amministratori regionali, provinciali e comunali, con cui ho avuto modo di interloquire in un clima sempre di leale collaborazione, ed in particolare ai Sindaci e alle comunità che, in un momento di conclamata emergenza, anche a volte superando la propria ritrosia, hanno accolto i migranti richiedenti asilo".
Vincenzo De Vivo