Tribunale Catanzaro, istanza di ricusazione al giudice Antonio Rizzuti
Dopo che il presidente del tribunale di Catanzaro ha respinto la richiesta di astensione avanzata nei giorni scorsi, oggi e' arrivata anche un'istanza di ricusazione nei confronti del giudice Antonio Rizzuti, uno dei componenti del Collegio giudicante nel processo a carico di undici catanzaresi accusati di aver fatto parte di una "associazione a delinquere" dedita a "commettere una serie indeterminata di delitti ai danni di esponenti di organismi politici e sociali propugnanti ideologie di sinistra o comunque contrarie a quelle, di estrema destra, propugnate dagli indagati". Resta dunque il rischio che debba ricominciare dal principio, dopo essere arrivato ad un passo dalla sentenza, un processo nel quale il rinvio a giudizio risale a due anni e mezzo fa. Martedi' scorso uno degli avvocati difensori aveva chiesto al giudice di astenersi, poiche' questi si occupo' di firmare una richiesta di proroga delle indagini relative al procedimento quando svolgeva le funzioni di gip. Rizzuti, a quel punto aveva rimesso la decisione al presidente del tribunale, che pero' ha deciso di lasciarlo al suo posto. All'udienza di oggi, dunque, l'avvocato Alessio Spadafora e' tornato sulla questione, avanzando stavolta un'istanza di ricusazione del magistrato, sulla quale dovra' pronunciarsi adesso il presidente della Corte d'appello. Nell'aula del collegio penale, comunque, si tornera' il primo febbraio prossimo, per la trattazione del caso, scaturito da noti fatti di cronaca locale, come l'aggressione ai danni di alcuni giovani avvenuta durante la manifestazione del 25 aprile 2004, che diede vita ad un'inchiesta in cui, via via, furono ricompresi ulteriori episodi di violenza avvenuti a Catanzaro. Un processo in cui e' proprio la contestazione di associazione a delinquere a tenere l'impianto accusatorio al riparo dalla prescrizione, incombente per gli altri reati ipotizzati. Fu il gup Antonio Battaglia, il 25 giugno 2008, a mandare alla sbarra gli undici imputati (difesi dagli avvocati Nicola Lembo, Piero Mancuso, Raffaele Fioresta, Antonello Fioresta, Bernardo Bordino, Saverio Loiero, Gregorio Viscomi), chiamati a rispondere di una lunga serie di accuse mosse loro, a vario titolo, dal pubblico ministero Salvatore Curcio, che avanzo' la richiesta di rinvio a giudizio sulla scorta delle investigazioni effettuate della Digos.