Ferro: Lilt, più di quattrocento tumori nel 2015, il servizio non può essere sospeso"
“Occorre scongiurare in ogni modo che la Lega Tumori sospenda, come annunciato in conferenza stampa, l’attività di screening mammografico nell’ambulatorio di via Paparo, un servizio che per anni ha consentito di dare una efficace, efficiente ed appropriata risposta sanitaria alle donne della provincia di Catanzaro, che in passato per effettuare la prevenzione oncologica erano costrette ad attendere lo scorrimento delle lunghe liste d’attesa nelle strutture pubbliche, o a rivolgersi, a proprie spese, alle strutture private".
È quanto afferma il consigliere regionale Wanda Ferro, a margine della conferenza stampa convocata questa mattina dalla presidente della Lilt di Catanzaro Concetta Stanizzi.
"Ricordo - prosegue Wanda Ferro - che l’affidamento della sede di via Paparo alla Lilt, che l’ha recuperata e attrezzata a proprie spese con apparecchiature d’avanguardia per svolgere queste importante opera a supporto del sistema sanitario, è stato il frutto di un impegno politico bipartisan - ricordo ad esempio il lavoro dell’ex consigliere comunale Eugenio Occhini - e di una sinergia tra più istituzioni, tra cui la Provincia di cui ero presidente, i vertici dell’Asp guidato all’epoca da Gerardo Mancuso, l’ex prefetto Antonio Reppucci, oltre ovviamente alla presidente Lilt Concetta Stanizzi. Alla base di quella convenzione c’era un progetto che prevedeva l’implementazione dell'attività di screening dei tumori femminili che rientrano nei livelli essenziali di assistenza, tenuto conto che l’Asp da sola non riusciva a garantire da sola la mole di lavoro. Si andava sostanzialmente a colmare una lacuna dell’istituzione pubblica e a migliorare i servizi sanitari nel campo della prevenzione oncologica, incidendo positivamente anche sulla spesa sanitaria oltre che sulla salute delle donne”.
“Basti pensare ai più di 400 tumori scoperti dal 2015 ad oggi, frutto delle 34 mila mammografie erogate dalla Lilt, di cui quattromila effettuate per conto dell’Asp e il resto nell’ambito dell’attività di prevenzione dell’associazione. Numeri che da soli descrivono l’importanza del servizio offerto dal centro Lilt – continua l’onorevole Ferro - e che sono il frutto del lavoro di ottimi professionisti. Mai, negli anni passati, è stata messa in discussione l’appropriatezza degli esami volti ad approfondire l’eventuale presenza di patologie tumorali nelle donne sottoposte a screening. Oggi, inspiegabilmente dagli uffici dell’Azienda sanitaria provinciale vengono sollevate tutta una serie di contestazioni che, secondo quanto riferito dalla presidente Stanizzi, pretenderebbero di svolgere l’attività in contrasto con le corrette modalità di screening per come riportate anche dalla letteratura scientifica. Certo non si può pretendere che le donne, di fronte alla necessità di approfondire l’esito di un primo esame, vengano abbandonate a se stesse, lasciate sole con il dubbio di avere una malattia per la quale, ancora oggi, si muore”.
“Di fronte all’esigenza di dare una risposta certa e rapida alle donne che si sottopongono ai controlli, non possono essere opposte questioni burocratiche o finanziarie, la cui legittimità è tutta da verificare – conclude la nota - per questo è auspicabile che i vertici dell’Azienda sanitaria convochino un tavolo tecnico per verificare e superare eventuali problematiche, in modo da consentire all’ambulatorio Lilt di Catanzaro di proseguire la propria attività. Allo stesso tempo la politica e le istituzioni, come hanno fatto in passato, devono stringersi attorno ad una associazione che, come ho avuto modo di verificare personalmente da utente, fornisce al territorio un servizio prezioso, diffondendo la cultura della prevenzione oncologica tra le donne ed accompagnandole con competenza e sensibilità nella difficile lotta contro la malattia”.