Movimprese. Nascono meno aziende: a Crotone dove va peggio

Crotone Attualità
Alfio Pugliese

Un aumento di 203 imprese. A determinarlo hanno concorso 507 iscrizioni di nuove aziende (58 in meno rispetto alla stessa rilevazione del 2016) a fronte di 304 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio). Sono i dati Movimprese registrati nel secondo trimestre di quest’anno, inerenti le dinamiche di nati-mortalità delle imprese artigiane, a livello regionale, pubblicati dall’ufficio studi della Camera di commercio di Crotone.


Per le iscrizioni si tratta di un dato peggiorativo rispetto alla stessa rilevazione del 2016 che, seppure dal confronto temporale, è bilanciato da una riduzione delle cessazioni d’impresa, anche al netto delle cancellazioni d’ufficio fa comunque registrare un tasso di natalità dell’1,53% ed uno di mortalità pari allo 0,91%.

“Anche con riferimento al sistema delle imprese artigiane la nostra regione fa registrare tassi di sviluppo positivi – è il commento del Presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese – Come registrato per le imprese nel complesso, anche per le artigiane si rileva un numero di nascite di nuove imprese nel trimestre inferiore rispetto allo stesso periodo del precedente anno e, al contempo una forte diminuzione del numero delle cessazioni”.

“Il saldo positivo - prosegue - attesta un allentarsi della morsa della congiuntura negativa. La piccola sofferenza registrata nella sola provincia di Crotone attesta la necessità di sostenere le imprese della provincia, minate da condizioni infrastrutturali negative del territorio che influiscono in maniera pesante sull’economia nel complesso e sulla competitività dei singoli”.

AUMENTANO LE IMPRESE INDIVIDUALI E DI CAPITALI

Guardando alle forme giuridiche, in termini assoluti il saldo positivo è da ascrivere alle ditte individuali che presentano un aumento di ben 121 imprese, facendo registrare un tasso di crescita positivo pari allo 0,44% ed alle società di capitali (+95 unità, ed un tasso di sviluppo positivo pari al 7,69%); a seguire le altre forme, sostanzialmente cooperative e consorzi, che presentano un saldo pari ad un’unità ed un tasso di sviluppo dello 0,72%.

Unico saldo negativo con le società di persone che con 14 imprese in meno rispetto alla precedente rilevazione, determinano un tasso di crescita pari al -0,34%.

LIEVE CRESCITA IN 4 PROVINCE SU 5

L’analisi di dettaglio dei principali indicatori della nati-mortalità delle imprese nella nostra Regione per il II trimestre dell’anno, mostra che il saldo positivo regionale è influenzato soprattutto dai tassi di crescita positivi registrati dalle imprese artigiane del Catanzarese (0,82%), del Reggino (0,68%) e del Cosentino (0,66%); a seguire, la provincia di Vibo Valentia (0,59%). Quella di Crotone è l’unica provincia calabrese che registra un tasso di sviluppo negativo (-0,27%) per le imprese artigiane.

Poco meno del 65% delle imprese artigiane regionali hanno sede nelle province di Cosenza (35,4%) e Reggio Calabria (29,2%); il 19% sono dislocate nel catanzarese; a seguire con l’8,8% il crotonese e con il 7,7% la provincia di Vibo Valentia.

L’83% DELLE AZIENDE SONO DITTE INDIVIDUALI

Circa la forma giuridica le attività imprenditoriali artigiane della nostra Regione rimangono rappresentate prevalentemente da ditte individuali, che rappresentano ben l’83,6% del tessuto imprenditoriale dell’intera Calabria. A seguire, le società di persone, che rappresentano il 12,1% del totale delle imprese; le società di capitali con il 3,7% del totale.

Più contenuta invece è la percentuale delle altre forme giuridiche, sostanzialmente società cooperative e consorzi, che rappresentano solo lo 0,4% del tessuto imprenditoriale regionale.

Le imprese artigiane calabresi, presentano per lo più saldi positivi in tutti i settori dell’economia. Il saldo positivo del secondo trimestre, è da imputare principalmente alle altre attività di servizi (+56 aziende); a seguire le imprese edili (+46 unità); le imprese commerciali (+17 aziende); le Attività manifatturiere (+14 unità); a seguire le imprese di noleggio; agenzie di viaggio, servizi (+13 imprese); le attività professionali, scientifiche e tecniche (+11 imprese); le imprese del sistema turistico ricettivo (+7); quelle del trasporto e magazzinaggio (+4 unità).

Infine le aziende non classificate non annoverabili in alcun settore di attività che presentano un saldo positivo pari a 26. L’unico saldo negativo, seppure minimo, si registra tra le imprese afferenti al comparto istruzione, che registrano un saldo negativo di un’unità.

“TIRANO” LE EDILI E MANUFATTURIERE

Il tessuto imprenditoriale artigiano calabrese è composto in misura prevalente da imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare, il 29,8% nelle costruzioni; il 24,6% operano nel settore manifatturiero; il 17,1% in altre attività di servizi e l’11,3% nel commercio.

Esigua la percentuale degli altri settori, per i quali si registra il 5,6% per le attività del comparto turistico e della ristorazione; il 4,7% nel Trasporto e magazzinaggio. I restanti settori, rappresentano il 7,0% dello stock delle imprese artigiane calabresi al 30 giugno 2017.