Crotone, rinnovo consiglio camerale, Casartigiani diffida il presidente Scopelliti
Questo il testo della lettera con cui Antonio Paolino, presidente di Casartigiani, diffida il presidente Scopelliti sul rinnovo del consiglio camerale di Crotone.
"Siamo molto rammaricati a dover intervenire ancora una volta sulla vicenda a dir poco vergognosa, dell’assegnezione dei seggi in seno al consiglio camerale di Crotone.
Presso la regione Calabria sta per essere “consumata” l’ennesima ingiustizia nei confronti delle due maggiori associazioni piu’ rappresentative del comparto artigianato della provincia di Crotone, casartigiani e confartigianato, infatti, il presidente scopelliti, in assenza di comunicazione da parte di confartigianato, starebbe per assegnare il terzo seggio dell’artigianato all’apparentamento confcommercio/cna non tenendo in considerazione le ripetute rimostranze che gli abbiamo inoltrato in cui contestavamo il numero anomalo degli iscritti presentato dall’apparentamento confcommercio/cna con fondati sospetti di formazione di atti illegittimi e poco trasparenti.
Al presidente Scopelliti domandiamo che fine ha fatto la sua tanto sbandierata legalita’ proclamata continuamente nelle sue passerelle televisive, -quantomeno avrebbe dovuto chiedersi quanto ci sia di vero in questa intricata vicenda-, ma evidentemente, come accade quasi costantemente, le parole non seguono mai i fatti.
Ai dirigenti della Cna gli diciamo di vergognarsi per quello che stanno facendo e, domandiamo, se si sentono con la coscienza a posto dal momento in cui hanno presentato la documentazione alla cciaa di crotone e hanno comunicato illegittimamente i tre nominativi -“il trio dell’avemaria”- alla regione Calabria.
Al presidente di Confcommercio, Alfio Pugliese, che ha sempre sostenuto e perseguito la legalita’ in questo territorio, gli chiediamo di passare dalle parole alle cose concrete, ripristini lo -statu quo ante- sciolga l’apparentamento –una cosa semplicissima- con la cna, contrariamente si rendera’ complice di sostenere tutto cio’ che c’e’ di illegittimo nella formazione degli atti del loro apparentamento.
Al segretario regionale della Cna e presidente pro tempore della Cciaa di Crotone, Vincenzo Pepparelli, gli chidiamo formalmente di dare le dimissioni poiche’ lo riteniamo corresponsabile nella vicenda, in quanto
Essendo segretario regionale della Cna, non poteva non sapere il numero degli iscritti all’associazione cna di crotone e, quindi, quando la cna ha presentato la documentazione e il numero degli iscritti era magicamente decuplicato rispetto al numero effettivo a noi tutti noto, aveva l’obbligo di intervenire e chiedere spiegazioni, ma non l’ha fatto, ecco da dove nasce il nostro sospetto che ci possa essere una ipotesi di reati di conflitto di interessi e di abuso d’ufficio.
La camera di commercio è un ente molto importante e potrbbe dare impulso allo sviluppo del territorio e alle imprese che, in un periodo terrificante come quello che stiamo attraversando dal punto di vista economico e finanziario dovremmo discutere di come affrontare i problemi delle imprese che sono sempre piu’ in difficolta’ a resistere sul mercato, difendere con tutte le nostre forze l’unica infrastruttura, l’aeroportro, che potrebbe essere la “conditio sine qua non” per il rilancio del turismo nel nostro territorio, parlare delle difficolta’ di accesso al credito per le piccole imprese, ma invece siamo costretti a denunciare uno stato di illegalita’ che si sta’ consumando nella procedura del rinnovo del consiglio camerale.
Ma noi lotteremo con tutte le nostre forze per far si che ciò non avvenga, non permetteremo mai che venga eletto un presidente che non sia garante della democrazia partecipata e non sia rappresentativo di tutte le imprese del territorio e del sistema associativo, in quanto, sarebbe il frutto di una procedura di rinnovo viziata, con fondati motivi di formazione di atti illegittimi.
Per i motivi su esposti, abbiamo sottoscritto un documento in comune con la Confartigianato, in cui ci impegniamo a non comunicare nessun nominativo in seno al consiglio camerale e a non accettare alcun incarico dall’ente camerale, ove mai dovessero pervenire offerte, fino a quando non venga ripristinato lo “statu quo ante”, e cioe’, la piena legalità".