Terrorismo, presunto foreign fighters condannato a quattro anni mezzo
Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, al termine del Giudizio abbreviato, ha condannato Mehdi Hamil a anni 4 e mesi 6 di reclusione, in quanto ritenuto un presunto foreign fighters disposto a raggiungere la Siria e l’Iraq per combattere al fianco dello Stato Islamico.
Il magrebino, arrivato in Italia nel 2005 per ricongiungersi ai familiari residenti nel comune di Luzzi, è stato arrestato il 25 gennaio 2016 dalla Digos di Cosenza, su esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha accusato il giovane di terrorismo.
Si è trattato, in questo caso, della prima applicazione sul territorio nazionale della legislazione antiterrorismo che sanziona la pratica dell’auto-addestramento condotta, prevalentemente attraverso il web, dagli aspiranti foreign fighters di matrice jihadista.
LE INDAGINI sono partite a seguito di una perquisizione a casa di Mehdi Hamil, che era rimasto bloccato all’Aeroporto di Fiumicino in entrata dalla frontiera turca, da dove era stato respinto per motivi di “sicurezza pubblica”.
Al momento del controllo il giovane, oltre al passaporto marocchino con cui è stato identificato, era in possesso di un unico bagaglio a mano (uno zaino multitasche) con un paio di pantaloni di tipo militare con le tasche laterali, una camicia, della biancheria intima, un tappeto da preghiera, un libro in lingua araba (una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere, secondo il Corano, un buon musulmano), due telefoni cellulari, del denaro contante per 800 euro.
Nel corso della perquisizione il personale della Digos apprese dai familiari presenti che il ragazzo avrebbe dovuto fare rientro a casa nella stessa serata. Elemento contrastante con la sua presenza, nella stessa giornata, ad Istanbul da dove era stato poi respinto: motivo per il quale gli inquirenti sospettarono da subito che potesse essere partito alla volta della Siria con l’intenzione di combattere a fianco dei guerriglieri dell’Isis.
Così, ritenendo probabile che Hamil potesse reiterare il tentativo di recarsi in territori di jihad, vennero attivati dei servizi di osservazione e dei pedinamenti.
Al termine degli accertamenti sarebbe emerso che Hamil avrebbe sposato la causa dell’Isis, usando piattaforme di comunicazione diverse da quelle abituali (soprattutto Whatsapp); interessandosi a immagini, filmati e altri contenuti propagandistici che avrebbe linkato tramite diversi siti telematici; e desiderando di raggiungere la Turchia e successivamente il progetto di trasferirsi in Belgio.